Donald Trump aveva promesso di conquistare l’Europa con il gas americano. E con l’aiuto della Polonia porterà il Gnl «made in Usa» praticamente nel cortile di casa dei russi.
La compagnia di Stato polacca PGNiG ha firmato un contratto ventennale per acquistare 2 milioni di tonnellate l’anno di gas liquefatto da Venture Global Lng, società che sta costruendo due nuovi impianti in Lousiana: quello di Calcasieu Pass (che sarà pronto nel 2022 e vanta tra i clienti anche Edison, Shell, Galp, Bp e Repsol) e quello di Plaquemines, al via nel 2023.
Le forniture equivalgono a 2,7 milioni di metri cubi l’anno di gas, oltre il 15% degli attuali consumi della Polonia, anche se una parte dei carichi potrebbero essere rivenduti ad altri. Varsavia ha strappato condizioni di acquisto molto favorevoli che le consentono di prendere consegna del gas negli Usa e farne ciò che vuole.
Anche il prezzo fa gola: agganciato all’andamento dell’Henry Hub, costa oltre il 20% in meno del gas russo assicura PGNiG (oggi come oggi, in futuro chissà).
Varsavia ha inaugurato il suo primo e unico rigassificatore solo nel 2016, ma il Gnl – acquistato anche da Qatar e Norvegia – oggi rappresenta già circa il 20% delle sue importazioni di gas. La Russia, un tempo fornitore unico, è scesa al 74% e la Polonia non intende più rinnovare il contratto con Gazprom, una volta che arriverà a scadenza. Guarda caso proprio nel 2022, quando inizieranno regolari importazioni dagli impianti americani.
Varsavia riceve già gas «made in Usa» da Sabine Pass (attraverso un contratto con la britannica Centrica) e ha siglato un memorandum d’intesa – che potrebbe a breve trasformarsi in un altro accordo per forniture ventennali – con Porth Arthur Lng, impianto texano di Sempra Energy, in attività dal 2023.
A breve la Polonia dovrebbe anche dare via libera alla costruzione di una pipeline nel Baltico, per ricevere fino a 10 miliardi di metri cubi l’anno di gas dalla Norvegia. A quel punto l’emancipazione da Mosca sarà completa.
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