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Trading online, c’è molto da educare

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Trading online, c’è molto da educare

Continua la corsa del trading online. In base all’ultima classifica di Assosim, il trading online rappresenta ormai il 40% del controvalore scambiato su azioni italiane. Borsa Italiana ricorda che dai soli primi 5 broker online del nostro Paese passa il 10% dei volumi scambiati sul mercato azionario principale.

La percentuale sale fino al 54% dei volumi nell’After Hours e cresce a doppia cifra su mercati come il Global Equity Market, su cui sono quotate le azioni estere. In alcune giornate oltre il 50% dei volumi di molte small cap è realizzato dai trader online. L’Italia, per una volta, si trova agganciata ai virtuosi Paesi scandinavi e alla Svizzera e a pieno titolo si trova oggi sul podio degli Stati dove i trader online sono più attivi. Gli italiani si scoprono quindi smanettoni. Vogliono provare il brivido di comprare e vendere titoli o prodotti finanziari più sofisticati, ma spesso rischiano anche di farsi molto male.

Diventare ricchi lavorando 1 ora al giorno. Essere convinti di poter sempre e solo vincere o di avere ritorni facili del 100 o 200% sui propri investimenti, sono gli slogan preferiti sul web, da parte di molti siti spesso opachi. Di conseguenza anche le vittime tra i piccoli risparmiatori in questi anni sono state molte. Nei primi sei mesi di quest’anno la Consob ha già chiuso 183 siti pirata. Oltre a scegliere un onesto e valido operatore online occorre che i risparmiatori si ricordino sempre di prestare molta attenzione anche nel valutare il proprio profilo di rischio e le proprie conoscenze rispetto ai vari strumenti finanziari venduti su queste piattaforme. Anche per questo al centro del Trading online Expo della prossima settimana organizzato da Borsa Italiana ci sarà il tema dell’educazione finanziaria.

Come sottolinea Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation, gli investitori sono spesso distratti ed allettati da false promesse su operazioni di facile esito. Inoltre il trading on line in Italia è in ripresa anche grazie al nuovo fenomeno delle rischiose criptovalute.

Ma se le truffe sono in diminuzione, grazie alle misure di vigilanza Ue, il più grosso rischio in Italia è dato da un’evidente carenza di educazione finanziaria nel Paese, posizionato in fondo alle classifiche europee e Ocse, che vede esposti maggiormente coloro che si fanno prendere dall’illusione di facili guadagni. Nicolas Bertrand, Global Head of Derivatives and Commodities, London Stock Exchange Group, ricorda come Borsa Italiana per evitare frodi e un sistema malato stia insistendo perché il trading online avvenga su mercati regolamentati, attraverso broker autorizzati e vigilati e su una filiera garantita dalla presenza di depositari centrali e cassa di compensazione e garanzia. Ma, al di là dei rischi e delle frodi, quello del trading online “sano” resta un approccio positivo al mercato degli investimenti. Che sta dando buoni risultati. Dopo una fase di consolidamento la crescita dei broker di trading on line in Italia segnala una ripresa, tra questi ormai l’80% sono stranieri. Fabrizio Barini, head of business development di Intermonte Sim, sottolinea che oggi su questo mercato operano soprattutto investitori con patrimoni medio-grandi, sono attivi trader con un’età anagrafica avanzata e un titolo di studio almeno pari al diploma.

E i giovani, contrariamente a quanto si possa pensare, sono pochi, anche per ragioni legate alla mancanza di risparmi da investire. L’industria dei prodotti finanziari è in costante evoluzione, ci saranno nuovi prodotti e il trading online li userà. Proprio per questo però occorre potenziare l’attività di educazione finanziaria con l’obiettivo di aumentare il grado di consapevolezza dei risparmiatori rispetto alle decisioni di investimento e di assunzione del rischio. Bisognerà inoltre evitare il proliferare di piattaforme opache e privilegiare le transazioni sui mercati regolamentati, che dimostrino però di essere efficienti e non cari.

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