Prima lo ha certificato Banca d’Italia, con la sua ultima indagine su bilanci delle famiglie italiane (relativo al 2016). E poi è arrivata la conferma di Ania (l’Associazione nazionale per le imprese assicuratrici), questa volta sul 2017: il settore delle polizze salute è in continua crescita. Un trend che è figlio dei tempi in un contesto dove le famiglie italiane in difficoltà, che non riescono ad arrivare a fine mese, è in continuo aumento. Riuscire a far fronte a spese impreviste, come quelle mediche, è diventato più complicato.
A questo poi si aggiunge la demografia: l’Italia invecchia e c’è necessità di servizi su misura per gli anziani. Da qui il ruolo crescente delle assicurazioni private e il maggiore ricorso alle polizze salute per tutelare se stessi e la propria famiglia.
Cosa sono
Sotto il cappello delle polizze salute ricadono diverse declinazioni contrattuali, tra ramo infortuni e ramo malattie. Prodotti
che possono coprire il rimborso delle spese mediche, i costi per i ricoveri e gli interventi chirurgici, oppure offrire indennità
giornaliere di ricovero e indennità da invalidità permanente che derivi da malattia. Tra le assicurazioni malattia, poi, rientrano
anche le polizze cosiddette “critical illness” o “dread disease”, che tutelano dal rischio di contrarre una malattia grave tra quelle incluse nella polizza (per esempio infarto, cancro,
cecità, ictus) con il pagamento di un capitale prefissato, e le Long term care, che garantiscono una rendita vitalizia nel caso in cui l’assicurato perda l’autosufficienza. Ci sono inoltre dei contratti
assicurativi Vita che prevedono alcune forme di copertura sanitaria e contratti che offrono prestazioni mediche specifiche,
come le cure odontoiatriche, la fisioterapia, la prevenzione cardiovascolare.
Individuali o collettive
Le polizze salute si dividono in individuali e collettive. Le prime sono assicurazioni sottoscritte da un solo contraente
e possono coprire un unico individuo o una molteplicità di soggetti (per esempio l’intero nucleo familiare). Le polizze collettive,
invece, sono assicurazioni stipulate per esempio da un’azienda in favore dei propri dipendenti, un’opzione che consente di
accedere alle coperture sanitarie anche chi, avendo patologie pregresse, sarebbe escluso a priori dalla sottoscrizione di
polizze individuali.
Grazie all’innovazione tecnologica, l’offerta delle compagnie assicurative si è evoluta nel tempo e si è arricchita di servizi
su misura. Così oggi sul mercato sono disponibili applicazioni che possono essere scaricate sullo smartphone per disporre
sempre di un consulto medico telefonico o con video chiamata. Il dottore invia la ricetta nella farmacia più vicina e si può
scegliere di ricevere il farmaco direttamente a casa.
I costi
I costi delle polizze salute sono variabili e dipendono dalle garanzie offerte e dai massimali di copertura, ma anche dall’età
del contraente. Prima della sottoscrizione, le compagnie richiedono di compilare un certificato anamnestico per valutare lo
stato di salute del contraente e quindi il rischio da assumersi. È bene essere sinceri su interventi e malattie pregresse,
perché in caso di informazioni incomplete si può perdere, integralmente o parzialmente, il diritto all’indennizzo. Le assicurazioni
di indennità giornaliera sono in generale quelle meno costose, quelle per il rimborso delle spese mediche, invece, sono più
onerose, con un premio che parte dai 600/700 euro annui se la copertura è solo per una persona, ma lievita se si estende a
tutta la famiglia (si parte da mille euro circa per una coppia con due bambini piccoli).
La fiscalità
Le polizze salute godono di particolare agevolazioni fiscali. Ma bisogna fare un distinguo tra le polizze che rientrano nel
ramo “vita” e quelle che rientrano nel ramo “danni”. Nel primo caso, tutti i premi versati per assicurazioni che hanno ad
oggetto il rischio morte o l’invalidità permanente non inferiore al 5% (invalidità che derivi da qualsiasi caso, anche da
malattie) sono detraibili. Nello specifico, è possibile detrarre dalle tasse il 19% del premio versato nell’anno di competenza,
fino a un massimo di 530 euro. Nel caso delle polizze che rientrano nel ramo danni (come quelle di rimborso spese mediche),
invece, il premio versato non gode di nessuna agevolazione, ma è possibile comunque portare in detrazione nella dichiarazione
dei redditi tutte le spese mediche effettuate, anche quelle che sono state rimborsate dall’assicurazione (la detrazione è
sempre nella misura del 19%).
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