Andamento titoli
Vedi altroChiusura debole per le Borse europee con l’Italia che ancora una volta è fonte di preoccupazione visto che l’economia italiana nel terzo trimestre 2018 ha accusato una battuta d’arresto con crescita zero, ponendo fine a un periodo di espansione iniziato oltre tre anni fa. Il dato sul pil ha posto di nuovo dubbi sulla manovra economica del Governo Conte, che punta invece su una crescita del pil pari all’1,5% l’anno venturo. Milano ha chiuso in calo dello 0,22%, mentre lo spread, con un brusco movimento, è risalito a 312 punti, con rendimento in crescita al 3,49%
Volatilità alle stelle tra dati macro e ipotesi su guerra commerciale
Le Borse europee sono partite in rialzo, nonostante la situazione internazionale fluida, con gli States pronti a un nuovo
round di dazi contro la Cina. D'altra parte nella notte il presidente Donald Trump si è dichiarato fiducioso su un accordo
con Xi Jinping. I listini continentali hanno però cambiato la direzione di marcia, complici i dati sulla brusca frenata dell’economia
italiana, che nel terzo trimestre del 2018 ha subito una battuta d’arresto dopo oltre tre anni di espansione. Sempre l'Istat
ha rilevato che nel mese di ottobre l’indice che misura il clima di fiducia delle imprese ha subito un’ulteriore flessione,
la terza consecutiva, passando da 103,6 a 102,6. L’indice si è portato ai minimi dal 2016. E’ invece migliorato l’indice sulla
misura dei consumatori da 116,1 a 116,6. La fiducia del business è peggiorata anche in Europa: secondo le stime della Commissione
europea, la fiducia del business a ottobre è calata di 0,20 punti portandosi a quota +1,01 punti. Anche in Europa, inoltre,
ha rallentato il passo la congiuntura, con il pil del terzo trimestre cresciuto solamente dello 0,2% nella zona euro e dello
0,3% nell’intera Unione europea, decelerando rispetto al +0,4% e +0,5% del secondo trimestre. Su base annua, il pil è aumentato
dell’1,7% nella zona euro e dell’1,9% nella Ue. In Italia hanno destato preoccupazione le aste dei titoli di stato che pur
registrando una buona domanda, sono state chiuse con tassi dei bond governativi in netto rialzo. Numeri alla mano, sono stati
piazzati BTp a 5 anni per 2 miliardi con il rendimento salito al record dal dicembre 2013 al 2,58%. Sono inoltre stati collocati
BTp a 10 anni per 2,5 miliardi con il rendimento, al 3,36%, record da febbraio 2014. Infine è stata piazzata anche una tranche
del CcTeu, per un miliardo con un rendimento in rialzo al 2,32%.
Wall Street: chiude in rally (Dow +1,8%)
La seduta a Wall Street è finita in rally e sui massimi intraday. Partiti all'insegna dell'incertezza, gli indici sono riusciti
a rimbalzare dopo la giornata di forti vendite di ieri. I listini si apprestano comunque ad archiviare il mese peggiore dall'ultima
crisi finanziaria: al momento il DJIA segna una flessione mensile di circa il 7,6% (top del maggio 2010), l'S&P 500 del 9,4%
(la peggiore dal febbraio 2009) e il Nasdaq Composite del 12,4% (top dell'ottobre 2008). Se domani l'S&P 500 chiuderà in calo,
sarebbe la 17esima volta a ottobre; bisogna tornare all'aprile del 1970 per avere un mese con così tante sedute in perdita.
I timori legati alle tensioni commerciali tra Usa e Cina, le preoccupazioni per un rallentamento dell'economia mondiale, i
dubbi sul passo con cui la Federal Reserve potrebbe continuare ad alzare i tassi e il venire meno dello slancio del settore
tech hanno recentemente pesato sull'azionario. Amazon (-0,4%) e Netflix (poco mosso) hanno perso vistosamente quota da quando
hanno annunciato i loro conti.
Fca in retromarcia nonostante l'extracedola da 2 miliardi
A Piazza Affari Fiat Chrysler Automobiles ha perso oltre il 3%, nel giorno dei conti del terzo trimestre e dell'annuncio della cedola straordinaria per un totale di 2 miliardi di euro. Nel dettaglio il gruppo ha archiviato i numeri del periodo luglio-settembre con un utile
adjusted pari a 1,4 miliardi, in progresso del 51%. L'utile netto, invece, è calato del 38% a 564 milioni di euro. I ricavi
del gruppo automobilistico sono saliti del 9% a 28,771 miliardi di euro, con l'ebit adjusted arrivato al livello record di
1,995 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto a un anno Le azioni della casa auto avevano provato a reagire dopo l'annuncio
dell'extracedola per un totale di 2 miliardi di euro, a seguito della cessione di Magneti Marelli per 6,2 miliardi di euro.
Dividendi. è stato assicurato, che si aggiungeranno a quelli ordinari che l’azienda dovrebbe tornare a distribuire nella primavera
2019, attorno al 20% dell’utile netto. Il movimento al rialzo, però, è durato poco e le azioni hanno iniziato a perdere rovinosamente
quota, anche se i vertici hanno confermato i target per il 2018, ossia di ricavi tra i 115 e i 118 miliardi e un utile netto
di 5 miliardi. Della galassia Agnelli, Ferrari ha guadagnato lo 0,45%, mentre Cnh Industrial ha perso lo 0,9% ed Exor lo 0,68%.
Leonardo ancora debole per incidente di Leicester
Leonardo - Finmeccanica ha perso un ulteriore 1,5%, penalizzata ancora dall’incidente a Leicester visto che l’elicottero caduto è stato prodotto dal gruppo. In più sopno emerse indiscrezioni in base alle quali la difesa americana potrebbe ridurre il budget per la difesa, impattando negativamente su tutte le aziende aero-spaziali tra le quali anche quella guidata da Alessandro Profumo . Come se non bastasse , serpeggia l'ipotesi che le aziende statali, e quindi la stessa Leonardo, siano chiamate in causa nel salvataggio di Alitalia.
Telecom e Recordati in rialzo, Pirelli riaggancia i prezzi di ipo
Telecom Italia ha vantato un rialzo del 2% nel giorno in cui si è riunito il cda. Ma a riaccendere i riflettori sul gruppo di tlc sono state le parole dell’ad, Amos Genish, che dalle pagine del Financial Times non solamente è tornato a parlare di crescita per il comparto delle tlc, grazie ai servizi che saranno lanciati con il 5G. In più il manager è tornato a ipotizzare un’integrazione tra Tim e Open Fiber, anche se ciò dipenderà dalla volontà del Governo.
«Noi siamo un potenziale acquirente – ha detto - ma dipende dal Governo decidere se Open Fiber è necessaria nel contesto odierno».
Recordatiè stata premiata con un progresso del 2% nel giorno dei conti dei primi nove mesi, chiusi con un utile netto di 238 milioni,
in crescita dell'8,2% rispetto allo stesso periodo del 2017 e un utile operativo a 337 milioni (+9,6%). La società ha inoltre
confermato le stime per fine anno sull’utile netto, pur avendo rivisto leggermente al ribasso quelle sui ricavi in modo da
tenere presente dell'esposizione verso la Turchia. «Considerando la forte svalutazione della lira turca, che stimiamo abbia
da sola un impatto di circa 30 milioni per l’intero anno, prevediamo per il 2018 di realizzare ricavi compresi tra 1,34 e
1,35 miliardi», ha spiegato l'a.d. di Recordati, Andrea Recordati, che così ha ritoccato la precedente stima di ricavi compresi
tra 1,35 e 1,37 miliardi. Per l’azienda sono invece stati confermate le previsione di un ebitda compreso tra 490 e 500 milioni,
un utile operativo compreso tra 430 e 440 milioni e un utile netto compreso tra 310 e 315 milioni.
Pirelli & C, con in progresso del 2,96%, si è di nuovo spinta sopra il prezzo di 6,5 euro, quello dell'ipo avvenuta nell'ottobre 2017,
che invece aveva violato al ribasso di recente. Sono andate bene le Mediaset (+1,4%) e le Buzzi Unicem (+1,38%). Le banche hanno chiuso contrastate con Banco Bpmin progresso dell'1,6% e Banca Pop Er in retromarcia dello 0,59% a causa delle indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore in base alle quali è stato rinviata a data
da destinarsi la presentazione del piano industriale.
Nel resto d'Europa si distingue Volkswagen
Nel resto d'Europa, si sono distinte le Volkswagen (+3%), nel giorno della diffusione dei conti dei primi nove mesi archiviati con vendite in aumento del 2,7% a 174,6 miliardi di euro e un utile operativo rettificato stabile a 13,3 miliardi. Volkswagen ha confermato i suoi obiettivi per l'attuale fiscale anno, nonostante le continue condizioni di mercato.
Verso un ottobre nero per le Borse
Le Borse si mostrano nervose, anche in vista della chiusura del mese di domani. Ottobre avvia a chiudersi con una marcata
flessione delle principali Borse globali: l'S&P500 ha perso l'8%, il Nasdaq l'11,6% e il Nikkei il 7,5%. In calo anche l'Eurostoxx
600 (-7,8%), mentre il Dax ha perso il 9,3%. A pesare, sottolineano gli analisti di Equita, il rialzo dei tassi americani
e i vari segnali di rallentamento nei conti societari trimestrali. In più, la disputa Italia/Ue sul budget ha portato gli
indici italiani a soffrire in maniera significativa con il Ftse Mib in calo del 7,1%. La decisione del Governo italiano di
presentare un budget con un rapporto deficit/Pil del 2,4% per il 2019, in salita dello 0,8% rispetto al 2018, ha determinato
un aumento dei tassi sul Btp decennale, l`allargamento dello spread, il declassamento del rating sovrano da parte di Moody`s
e il ritocco al ribasso dell`outlook di S&P`s (che ha confermato, tuttavia, il rating BBB).
Euro sotto 1,14 dollari, petrolio giù
Sul fronte dei cambi, l’euro rimane sotto la soglia di 1,14 dollari (segui qui i principali cross). In calo il prezzo del petrolio (segui qui Brent e Wti).
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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