Le banche europee sono più resilienti, cioè più in grado fronteggiare choc economici avversi. Questa è la lettura dei risultati dell'Autorità bancaria europea che ha pubblicato a mercati chiusi i risultati dello stress test sulle banche del 2018. Test che servirà alle autorità di supervisione, per l'Eurozona alla Bce, per decidere come affrontare le vulnerabilità esistenti in alcune banche in termini di rafforzamento di capitale. In questo quadro l'Italia si presenta in buone condizioni, ma le quattro banche valutate si trovano in posizione differente. Nel 2020 solo il Cet 1 di Intesa Sanpaolo resterebbe sopra il 10%, Unicredit sarebbe tra il il 9 e il 10% mentre Bpm e Ubi si troverebbero tra l'8 e il 9%.
Fanno peggio molte big tedesche, francesi e britanniche. Il Cet 1 di Deutsche Bank scenderebbe dal 14,65% a fine 2017 all'8,14% nel 2020, Commerbank dal 14,10% al 9,93%. Société
Générale passerebbe dall'11,38% a 7,61%. In fondo, tra i punteggi più bassi in questi test europei figurano tre importanti
banche del Regno Unito: Lloyds Banking Group, Barclays (7,28%)e Royal Bank of Scotland.
Il giudizio dell'Eba è positivo: lo stress test mostra che il rafforzamento del patrimonio delle 48 banche Ue sotto esame
in generale ha migliorato la loro posizione in caso di peggioramento drammatico delle condizioni economiche.
«Il risultato dello stress test mostra che gli sforzi delle banche per migliorare la loro base di capitale negli ultimi anni hanno contribuito a rafforzare la loro resilienza e la capacità di fronteggiare choc economici gravi e gli impatti materiali sul capitale». Questo il giudizio dell'Autorità bancaria europea sintetizzato dal direttore dell’analisi economica e statistica dell'Eba, Mario Quagliariello. I risultati banca per banca dello stress test serviranno ai supervisori (nell'area euro alla Bce) per valutare le vulnerabilità delle banche e «come input per le loro decisioni di vigilanza», ha aggiunto Quagliariello.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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