Mentre il governo con la legge di Bilancio s'appresta a garantire maggiori risorse (525 milioni l'anno nei tre anni a venire)
per ristorare i risparmiatori truffati dalle banche, Ivass sta portando a termine i suoi accertamenti su 900mila polizze a
“rischio dormienza”, ovvero che non sono state riscosse dai beneficiari e che giacciono nei bilanci delle società assicurative
in attesa della prescrizione (scatta 10 anni dopo la morte dell'assicurato o la scadenza del contratto).
I risultati di questa operazione, che sostanzialmente consiste nel verificare i codici fiscali dei titolari con la banca dati
dell'Agenzia delle Entrate per accertarne gli eventuali decessi presenti sull'Anagrafe Tributaria, saranno noti entro gennaio. L'attenzione sull'operazione è alta, anche perché con la prima verifica su input Eiopa sulle “polizze dormienti” lanciata
nel febbraio 2017 sono state “risvegliate” poco meno di 190mila polizze per un totale di 3,5 miliardi di euro già pagati o
in corso di pagamento ai legittimi titolari. La nuova ricognizione riguarderà anche i contratti scaduti nel quinquennio 2001-2006
e quelli più recenti, scaduti nel 2017 e mai liquidati. Non solo. Una verifica è in corso anche sulle 98 compagnie straniere
che operano in Italia (controllano il 15% dei premi Vita): per questa ulteriore ricognizione segnalata anche a Eiopa i risultati
sono attesi entro febbraio.
«Il fenomeno delle polizze dormienti rappresenta un caso tipico di asimmetria informativa, ovvero di un fallimento di mercato
cui solo l'operatore pubblico, in questo caso la Vigilanza, può operare» ha spiegato Riccardo Cesari, membro del Consiglio Ivass al convegno organizzato sul tema a Roma. L'asimmetria informativa
riguarda sia i clienti, che spesso non sanno di vantare diritti su un contratto assicurativo stipulato in anni lontani (di
solito da un parente scomparso) sia da parte delle assicurazioni. Per ovviare a questi mancati pagamenti Ivass ha chiesto
da tempo una norma che preveda per le compagnie la consultazione periodica dell'istituenda Anagrafe nazionale della popolazione
residente (ANPR, con obbligo di verifiche annuali). In attesa dello svipluppo dell'ANPR la consultazione obbligatoria per
verificare i decessi potrebbe avvenire con l'Anagrafe Tributaria.
La proposta Ivass, condivisa dalla principali organizzazione dei consumatori e dei risparmiatori che hanno segnalato esempi
di successo in questo ambito conseguiti in Francia, dove sono stati restituiti ai titolari 5,4 miliardi di euro in pagamento
dovuti su “polizze dormienti”.
Silvia Castronovi, di Altroconsumo, ha sollevato una critica sula destinazione delle dotazioni finite in prescrizione al Fondo
per i ristori delle frodi bancarie: meglio sarebbe – ha argomentato – utilizzare quelle risorse per finanziare la costituzione
di una banca dati condivisa per le assicurazioni ma anche per finanziare campagne di informazione sui diritti dei risparmiatori
e sulle modalità di recupero delle polizze dormienti.
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