Andamento titoli
Vedi altroIntesa Sanpaolo chiude il terzo trimestre 2018 con un utile netto di 833 milioni di euro, al di sopra delle stime del consensus di mercato (792 milioni) e in rialzo del 28,1% rispetto al terzo trimestre 2017. Un dato che ha fatto invertire la rotta al titolo dopo il calo di questa mattina. Il risultato netto dei primi nove mesi dell’anno supera così i 3 miliardi (3,012 miliardi), a fronte dei 2,388 miliardi dello stesso periodo del 2017 (dato che esclude il contributo cash da 3,5 miliardi per l'acquisizione delle banche venete, considerando il quale il risultato era pari a 5,888 miliardi), cifra che equivale al 90% dei profitti netti registrati nel 2017.
«Nei primi 9 mesi del 2018 Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di
raggiungere tutti gli obiettivi del Piano d'Impresa, pur in un contesto più complesso del previsto - spiega il ceo Carlo Messina
in una nota - Confermiamo come priorità la capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti, come dimostrato
dai 10 miliardi di euro di dividendi distribuiti nel corso del precedente Piano d'Impresa».
Ratio patrimoniale invariato
La patrimonializzazione del primo istituto di credito, a conferma della promozione ai recenti stress test dell’Eba, si conferma elevata con un coefficiente Common Equity Tier 1 al 13,7% (invariato) tenendo conto dei dividendi maturati
nei 9 mesi. Numeri in crescita anche sul fronte del conto economico: il risultato della gestione operativa nei primi nove
mesi dell’anno è in crescita del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Confermato obiettivo di utile netto oltre i 3,8 miliardi
Nei primi nove mesi, i proventi operativi netti sono saliti del 4,3% a 13,7 miliardi, con interessi netti a 5,54 miliardi
(-1,1%) e commissioni nette a 5,9 miliardi (+0,4%). Scendono invece i costi operativi (-3,2% a 6,9 miliardi) per un rapporto
cost/income calato al 50,5%. Il risultato dei nove mesi, sottolinea l’istituto, sarebbe pari a 3,4 miliardi considerando la
plusvalenza derivante dall’operazione con Intrum sugli npl e si attesterebbe quindi al 90% dei 3,8 miliardi registrati nel
2017. Intesa conferma quindi ancora una volta per il 2018 il target di utile netto superiore ai 3,8 miliardi dello scorso
anno e un payout all’85%.
In miglioramento anche la qualità degli attivi: nei primi nove mesi, la banca guidata da Carlo Messina ha ridotto di circa 3 miliardi lo stock di crediti deteriorati e di circa 16 miliardi rispetto al settembre 2015, al lordo delle rettifiche di valore: a settembre è stato quindi già raggiunto il 53% dell’obiettivo previsto nel piano di impresa per il 2018-2021.
Esposizione ai BTp in lieve calo
L'esposizione totale di Intesa Sanpaolo al rischio sovrano italiano è pari a 74 miliardi a fine settembre, in lieve contrazione
dai 75,2 miliardi di giugno. Nel dettaglio, l'esposizione attraverso l'attività bancaria è sostanzialmente stabile a 28,1
miliardi (contro 28,4 a giugno), mentre quella tramite attività assicurativa è scesa a 45,9 miliardi da 46,8.
Messina: il Pil non crescerà meno dell’1%
«Non vedo nessuna possibilità per il nostro paese di avere un Pil che cresce nel 2019 meno dell'1%», ha dichiarato l'a.d.
di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, rispondendo alle domande degli analisti in conference call. «È vero che ci sono state situazione
che potevano essere comunicate meglio dal Governo, ma anche dalla Commissione Ue», ha aggiunto, notando che in ogni caso anche
«una crescita tra 0,5% e 1% non avrebbe alcun impatto sul costo del rischio». A chi gli faceva notare che il mercato sta valutando
la possibilità di uno «scenario armageddon», Messina ha quindi replicato: «La situazione del Paese è tutto tranne che questa,
se qualcuno vuole uno scenario da Armageddon vada a vedersi un film di fantascienza».
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