Il cda di Banca Carige ha dato il via libera al piano di rafforzamento del capitale che comprende, in primis, l’emissione di un bond subordinato sottoscritto, per 320 milioni, dal Fondo interbancario di tutela dei depositi. A questo seguirà un aumento di capitale da 400 milioni che dovrebbe essere deliberato nell'assemblea straordinaria dei soci, che sarà convocata nei prossimi giorni per il 21 dicembre. Con questa operazione, ha detto il presidente Pietro Modiano «Carige è messa in sicurezza».
Con 400 milioni, ha aggiunto l’a.d., Fabio Innocenzi, «siamo abbondantemente superiori agli obblighi 2019 di Cet1 e in linea
con quelli di Total Capital Ratio 2019 ed è quello che ci serve per essere conforme alle richieste del regolatore». Una situazione
che apre allo scenario di una possibile aggregazione che potrebbe anche andare in porto, hanno detto i vertici della banca,
entro il 2019.
Al momento, il socio di riferimento di Carige, Malacalza Investimenti (27,5%), non partecipa all’operazione relativa al bond
e sulla stessa linea appare il socio Gabriele Volpi (9%). Il terzo azionista di peso della banca, Raffaele Mincione (5,4%),
ha invece annunciato di «aver comunicato alla banca il proprio irrevocabile impegno (sul bond, ndr) per l’importo di 20 milioni». Ma condiziona «il proprio impegno alla individuazione e definizione di una adeguata remunerazione
da concordarsi tra le parti».
Il comitato di gestione dello Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi, da parte sua, ha deliberato un intervento fino a 320 milioni di euro per sottoscrivere il bond subordinato di Banca Carige. La proposta di intervento, viene riferito, verrà sottoposta all'assemblea del Fondo, convocata per il prossimo 30 novembre.
Allo Schema volontario non aderiscono il Credem e Banco Desio. L'intervento a favore di Carige viene proposto dal Consiglio del fondo presieduto da Salvatore Maccarone, in quanto un eventuale default di Carige costerebbe a tutte le banche italiane 8 miliardi, pari alla cifra dei depositi protetti della banca ligure.
Operazione in due fasi
L’operazione di rafforzamento patrimoniale sarà strutturata in due fasi. Banca Carige procederà a un rafforzamento patrimoniale
da 400 milioni attraverso due operazioni tra loro collegate e rappresentate dall'emissione di un bond subordinato Tier 2
dell'ammontare compreso tra 320 milioni e 400 milioni (quello finanziato dal Fondo interbancario) e da un aumento di capitale
da 400 milioni che assorbirà l'obbligazione subordinata.
Pulizia nei conti, ora spazio per aggregazioni
Nei primi 9 mesi del 2018 la banca ha perso 189 milioni, di cui 168 milioni nel terzo trimestre. Questo a causa della «profonda
revisione» del portafoglio crediti che ha portato alla contabilizzazione di rettifiche per 219,2 milioni di euro, con l'innalzamento
della copertura media sui crediti deteriorati al 51,6 per cento.
«La complessiva operazione di ripatrimonializzazione consente al management della banca di sviluppare idonee strategie industriali, inclusa la valutazione di possibili aggregazioni», comclude la nota.
Malacalza non partecipa al’operazione
Sfumata dunque, in questa fase, la partecipazione di Malacalza Investimenti, aalla sottoscrizione del bond. I dubbi della famiglia Malacalza sull’operazione, che ieri non erano risolti e che paiono restare ancora in sospeso, fanno
pensare che l'azionista vada verso il no all'accollo di parte dell'obbligazione. «Malacalza non ha fatto che ribadire il sostegno
alla Banca ma di fronte alle scadenze che davamo all' investitore ha detto “per favore no”. Ma senza che questo corrisponda
a un disimpegno», ha detto il presidente di Carige Pietro Modiano.
«Siamo contenti dell'azione di risanamento portata in campo dal management e dal consiglio eletti nell'ultima assemblea di Banca Carige, ci auguriamo che la banca si concentri sul supporto al territorio», ha dichiarato in serata Mattia Malacalza, amministratore delegato di Malacalza Investimenti, dopo le delibere del cda di Carige sul rafforzamento patrimoniale. Nessun riferimento viene fatto alla possibilità che il primo socio di Carige decida di partecipare alla sottoscrizione del bond.
Nei giorni scorsi, secondo rumors di mercato, la famiglia era apparsa disponibile a impegnarsi per 50 milioni. Ma in quel momento sembrava che l'emissione dovesse essere per complessivi 200 milioni. Il fatto che, a quanto è emerso, sui conti della banca peserebbero oltre 250 milioni di nuove rettifiche avrebbe modificato notevolmente la prospettiva dell'azionista. La situazione, del resto, avrebbe spinto anche il cda (che si è riunito oggi e, nel pomeriggio, comunicherà ufficialmente le sue decisioni) verso la decisione di avviare un nuovo aumento di capitale per la banca, nell'ambito di una complessa operazione di ricapitalizzazione.
Operazione che comprende prima l’emissione del bond, tra i 320 e i 400 milioni, garantito in larga parte dal sistema bancario italiano, attraverso il Fondo di garanzia interbancario (che oggi darà il via libera all'intervento richiesto da Carige); e poi un aumento di capitale, entro marzo, da 400 milioni, che servirà, in parte, ad aumentare il Cet1 della banca e, in parte, a rimborsare i fondi versati dalle banche per il bond.
© Riproduzione riservata