La produzione mondiale deve essere ridotta di un milione di barili al giorno. Lo ha detto il ministro dell'Arabia Saudita, Khaled al-Falih, riportando i risultati di un'analisi tecnica che ha mostrato la necessità di bilanciare il mercato. Il giorno prima, Faleh ha annunciato in un incontro tra Opec e Paesi produttori non membri del cartello che il Regno saudita sarebbe disponibile a ridurre la propria produzione.
Le sue dichiarazioni hanno provocato un rimbalzo sul mercato di Brent e Wti, che la scorsa settimana erano scivolati rispettivamente in zona 70 e 60 dollari (qui le quotazioni aggiornate).
In generale i maggiori produttori di petrolio hanno dichiarato che l'offerta globale di greggio del prossimo anno supererebbe la domanda e hanno chiesto l'adozione di “nuove strategie” basate sugli adeguamenti della produzione. Dopo aver raggiunto i massimi da quattro anni a inizio ottobre, i prezzi del petrolio sono diminuiti di quasi il 20% in un mese. Intanto Al-Falih è volato a Bagdad per un incontro con il primo ministro iracheno, in questi che sono giorni molto caldi sul fronte del petrolio, con possibili novità da parte dei paesi Opec e non Opec su un taglio della produzione. Al-Falih, secondo quanto riferisce l'Agenzia Bloomberg riportando un comunicato ufficiale dell'ufficio del premier iracheno Adel Abdul Mahdi, dopo l'incontro si recherà ad Abu Dhabi per i colloqui con l'Opec e con gli altri paesi produttori. Nell'emirato è infatti in programma una tre giorni di incontri: oggi la riunione del comitato tecnico cui aderiscono i paesi Opec e quelli non Opec, domani la riunione ministeriale e lunedì gran finale con l'Adipec, la fiera internazionale del settore che vede la partecipazione di tutti i più importanti addetti ai lavori. Il prezzo del petrolio ha perso circa il 20% dai primi di ottobre e i Paesi produttori si interrogano sulla necessità di una riduzione della produzione, ma l'Iraq ha di recente annunciato piani per mantenere in espansione la propria capacità estrattiva.
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