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Apple, l’iPhone non decolla: tagli alla produzione e titolo…

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l’indiscrezione del wall street journal

Apple, l’iPhone non decolla: tagli alla produzione e titolo giù

(Epa)
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NEW YORK - Apple “tradisce” i suoi fornitori, tagliando ripetutamente gli ordini per le componenti del suo prodotto di punta, l’iPhone, tutt'ora fonte di gran parte delle vendite e dei profitti. L’azienda guidata da Tim Cook ha ridimensionato le richieste alle maggiori società fornitrici per tutti e tre i modelli del proprio smartphone che ha lanciato soltanto due mesi or sono. Segno sia di una domanda meno robusta del previsto nel cruciale periodo delle festività di fine anno, che della scelta di portare ugualmente sul mercato un ventaglio di nuovi modelli sfidando una saturazione del mercato.

La nuova versione di iPhone parsa più in difficoltà è, paradossalmente, quella meno cara: lo XR, che parte da un prezzo di listino di 749 dollari. Gli altri due modelli, lo XS e XS Max, sfiorano o superano i mille dollari ciascuno. Ma proprio la versione più “popolare” doveva avere in realtà un ruolo di vero traino della crescita nei piani di Apple, con i più cari e redditizi modelli che appaiono destinati a mantenere i livelli dei precedenti iPhone più sofisticati (nel mese iniziale di settembre hanno rappresentato il 16% del totale dei telefonini venduti, volumi simili al passato).

Fin da ottobre, secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, Apple avrebbe fatto scattare una riduzione di fino a un terzo della produzione, 70 milioni di unità, originalmente ipotizzata con la sua rete di fornitori per il periodo compreso tra settembre e febbraio. Ma non è bastato questo primo, pur drastico intervento: nell’ultima settimana ha deciso ulteriori sforbiciate alla produzione proprio del modello di fascia più bassa XR, apparentemente in risposta alla sempre più intensa concorrenza globale di marchi in particolare cinesi.

Le decisioni di Apple hanno scosso come un terremoto una catena di aziende legate ai suoi gadget. Nomi forse poco noti ai consumatori, quanto invece cruciali nel gigantesco eco-sistema del gruppo: Qorvo e Lumentum Holdings sono reduci da allarmi profitti attribuiti a un “grande cliente” anonimo solo formalmente; Foxconn, il re dei fornitori Apple, ha visto un esodo spontaneo di migliaia di lavoratori dopo esser stata costretta a ridurre le ore di straordinario tradizionali nel periodo di fine anno e su cui i dipendenti contano.

Numerose aziende nelle catena di forniture di Apple stanno mostrando recente insofferenza per le strategie di Cupertino, uno sviluppo che potrebbe complicare il business gestito da Cook. Apple, secondo gli analisti, ha spesso trattato con scarso riguardo fornitori e ordini, ma le tensioni erano compensate dalla continua crescita. L'impatto dell'appiattimento delle vendite di iPhone in termini di unità, in corso dal 2015, aggrava invece la percezione di un crescente rischio di delusioni nei contratti concordati con l’azienda.
Anche oggi il titolo Apple accusa un vistoso calo a Wall Street.

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