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Banco Bpm, sarà una corsa a due per la maxi-cessione di Npl

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Banco Bpm, sarà una corsa a due per la maxi-cessione di Npl

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Banco Bpm alza il sipario sul grande riassetto. Ma per la partita degli Npl non c'è ancora un vincitore. Il consiglio di amministrazione della banca guidata da Giuseppe Castagna si è prolungato fino alla tarda serata e alla fine il board avrebbe deciso di dare le deleghe all’amministratore delegato per formalizzare un accordo. Sul tavolo ci sono ancora due offerte contrapposte: quella del consorzio Dobank-Fortress-Illimity e la proposta della cordata Fonspa-Elliott. Entro metà dicembre sarebbero attesi i rilanci e dovrebbe essere individuato un chiaro vincitore.

Sembra, al contrario, che sia stata esclusa dalla partita la cordata costituita da Christofferson Robb & Company, Davidson Kempner e Prelios (affiancati da Rothschild e Mediobanca). L'obiettivo della banca è smaltire la quantità maggiore di sofferenze probabilmente utilizzando le Gacs, cioè le garanzie di Stato.

Banco Bpm - affiancato da Deutsche Bank e Deloitte - potrebbe dunque arrivare alla soglia massima di dismissione, ovvero 8,6 miliardi di euro, più la piattaforma di servicing. Uno dei nodi da sciogliere è quello del prezzo a cui verrà dismesso il maxi-portafoglio, onde evitare perdite in bilancio. I prezzi dovrebbero probabilmente attestarsi intorno a un range compreso tra il 22% e il 25%: a queste condizioni, secondo gli analisti, Banco Bpm potrebbe mantenere un Cet1 fully loaded dell'11%.

Se dunque da una parte sembra ormai vicina alla conclusione l'asta sulla cessione di sofferenze, iniziata prima dellestate con ben 7 cordate in gara, dall'altra parte procede verso la definizione anche un altro dossier rilevante: cioè il riassetto del credito al consumo. Il mese scorso i soci di Agos Ducato, cioè Banco Bpm e Credit Agricole, hanno assegnato l'incarico agli advisor, rispettivamente Nomura e Morgan Stanley, per valutare le opzioni a disposizione per l'alleanza.

BancoBpm ha incaricato i propri consulenti finanziari di razionalizzare la struttura del gruppo bancario nel settore del credito al consumo, in modo da evitare sovrapposizioni sorte dopo la fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. Lo schema, alla fine prescelto, vedrebbe la cessione ad Agos-Ducato (39% Banco Bpm, 61% Credit Agricole) dell'intero capitale di Profamily e la contestuale stipula di un accordo di distribuzione di dieci anni. In questo modo si libereranno risorse che andranno a compensare eventuali perdite sul portafoglio di Npl.

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