Il solido rapporto sui nuovi occupati in dicembre negli Stati Uniti (312mila contro i 176mila attesi dal consensus) e la ripresa dei contatti Usa-Cina per scongiurare nuovi dazi hanno acceso la miccia dei mercati che hanno chiuso la giornata in forte rialzo. Non ha spaventato peraltro il balzo al 3,9% del tasso di disoccupazione dal 3,7% di novembre, una performance riconducibile all’aumento del tasso di partecipazione al lavoro salito in dicembre di due decimi al 63,1%, il livello più alto dal 2014. Il rapporto del Lavoro ha confermato lo scenario di un’economia Usa che rimane in decisa espansione tanto che i salari sono cresciuti dello 0,4% su mese e del 3,2% su anno.
In prospettiva tuttavia i dati odierni potrebbero offrire ulteriore spazio alla Fed per continuare ad alzare i tassi di interesse anche se il governatore Jerome Powell, in un intervento ha indicato che la banca centrale Usa sarà «paziente» e pronta a modificare la propria condotta di politica monetaria in caso di mutamento delle condizioni.
Per tutto ciò Wall Street ha chiuso in forte rialzo: il Dow Jones ha fatto registrare un +3,28% a 23.430,59 punti, il Nasdaq +4,26% a 6.738,86 punti mentre lo S&P 500 ha chiuso a +3,43% a 2.531,88 punti. Rimbalza Appledopo il tonfo di giovedì, così come gli altri titoli dei big tech.
Un aiuto ai mercati è giunto anche dall’ulteriore rialzo dei prezzi del greggio. In chiusura di giornata Piazza Affari ha dunque segnato un rialzo del 3,37% e bene sono andate tutte le altre principali piazze europee: Francoforte ha chiuso a +3,34%, Parigi a +2,72% e Londra a +2,18%. A Milano, che in questa settimana di inizio 2019 fatta di sole tre sedute ha guadagnato il 2,7%, a far da traino sono stati innanzitutto i petroliferi con Saipem (+6,47%), Tenaris (+3,77%) ed Eni (3,61%) in evidenza. Sul fronte dei cambi, l’euro è riuscito a chiudere sopra 1,14 sul dollaro dopo essere sceso in area 1,1350 sulla scia della reazione dei mercati ai dati macro americani. In chiusura di contrattazioni la valuta europea scambia a 1,1407 contro l’1,1394 della chiusura di ieri.
Negli Usa creati oltre 300mila impieghi in dicembre, bene Wall Street
Un aiuto è giunto anche nel primo pomeriggio dagli Stati Uniti dove il dipartimento del Lavoro ha pubblicato i dati dicembre
sul mondo del lavoro. Nel mese il settore pubblico e quello privato hanno creato complessivamente 312mila posti di lavoro
ben al di sopra dei 176mila attesi dagli analisti. Ha sorpreso invece in negativo il tasso di disoccupazione che è balzato
al 3,9% dal 3,7% di novembre. Le attese degli analisti erano per un ribasso al 3,6%. In deciso rialzo anche i salari orari,
saliti dello 0,4% su mese e del 3,2% su anno.
Powell promette pazienza e flessibilità su politica monetaria
Parlando poco dopo la diffusione dei dati sull'occupazione, il presidente della Fed Jerome Powell ha spiegato che la Federal
Reserve saprà essere paziente sui tassi e al tempo stesso flessibile nella sua condotta di politica monetaria, anche alla
luce dei dati conflittuali che sembrano arrivare da mercati azionari molto agitati negli ultimi mesi e da un'economia che
invece sembra continuare a correre a pieno ritmo. Powell ha detto che i mercati sono ben oltre l'attuale situazione della congiuntura, cioè che stanno già prezzando un rischio di recessione che potrebbe non verificarsi affatto e a questo riguardo ha garantito
che la Fed saprà reagire con tempestività al mutare delle condizioni. Powell ha inoltre fornito un’ulteriore importante rassicurazione
ai mercati: anche qualora il presidente Donald Trump dovesse chiedergli di rassegnare le dimissioni in quanto scontento della
sua condotta di politica monetaria, Powell non acconsentirebbe alla richiesta.
In riscossa l’intero comparto bancario
Ottima la giornata anche del settore bancario che ha colto l’occasione per acquisti a piene mani pur in presenza di uno spread
poco mosso rispetto a ieri. Al termine della giornata, Banca Generali ha guadagnato il 4,71%, Banco Bpm il 4,53%, Bper Banca
il 3,36%, Finecobank il 3,52%, Mediobanca il 5,95%, Intesa Sanpaolo il 5,14%, Ubi Banca il 4,87% e Unicredit il 5,96%.
Corre anche il settore auto con Fca (+5,6%)
In forte rialzo anche il settore automobilistico con Fca che ha guadagnato il 5,61% grazie al buon dato sulle vendite di auto negli Usa, dove in dicembre il gruppo guidato da Mike Manley ha venduto 196.520 vetture, in rialzo del 14% rispetto a un anno fa. Sulla
sua scia bene anche Ferrari che è salita del 4,44% e Cnh Industrial (+5,97%) mentre sempre nella galassia Agnelli Exor è salita
del 4,78%. Ferma la Juventus (+0,08%) dopo una settimana ricca di soddisfazioni.
Vola Diasorin dopo l’ok della Fda
Bene il titolo Diasorin cha ha guadagnato il 5,5% all'indomani del lancio in Usa del test molecolare per l'individuazione
dei batteri della pertosse. Le quotazioni sono ai massimi da un mese, cioè sostanzialmente dai primi giorni del ritorno del
titolo nel paniere del Ftse Mib. Ieri in una nota, il gruppo farmaceutico ha annuncia di aver ricevuto la certificazione dalla
Food and Drug Administation (FDA) per la vendita nel mercato statunitense del nuovo test molecolare Simplexa Bordetella Direct.
I migliori e i peggiori sul listino allargato
Sul listino allargato hanno guidato i rialzi Netweek (+20,93%), Alfio Bardolla (+13%), Renergetica (+10%) Aedes (+8%), Elica
(8,7%), Risanamento (+7,53%), Reno de Medici (+8,35%) e Prima Industrie (+7,5%). Sul fronte opposto nuovo scivolone per Visibilia
Editore (-9,8%), Zucchi Spa (-10%), Cft (-5,73%), Tas (-6,31%) e Stefanel (-5,31%).
Chiusura in lieve calo per lo spread
Chiusura in calo, sotto quota 270 punti base, per lo spread tra BTp e Bund. Al termine della seduta il differenziale di rendimento
tra il decennale benchmark italiano e il Bund tedesco e' indicato a 268 punti base dai 275 punti del finale di ieri. In flessione
anche il rendimento del decennale italiano che si è attestato in chiusura al 2,89%, dal 2,91% del riferimento precedente.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
© Riproduzione riservata