È abbastanza chiaro che quando lo spread si impenna qualcosa sta andando storto sui mercati. Così come - seppur sia un po’ meno famoso dello spread - anche movimenti al rialzo dell’indice Vix (altresì noto come indice della paura) sono sintomatici di una fase turbolenta.
Gli addetti ai lavori, però, non si limitano ad osservare questi due indicatori che oggi vanno per la maggiore anche nel racconto mediatico delle tensioni finanziarie. Perché qualche limite lo hanno. Quello che è conosciuto sinteticamente e comunemente come spread è una misura parziale per definizione, perché traccia la differenza di rendimento tra i BTp italiani e i Bund tedeschi. Quindi se si impenna indica che qualcosa sta andando storto per l’Italia e non in generale sui mercati.
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Quanto al Vix - l’indice che misura la volatilità della Borsa più importante al mondo, ovvero Wall Street - ha una grande pecca: si impenna anche quando la Borsa sale troppo violentemente. E quindi in qualche seduta osservare solo il Vix può obiettivamente confondere.
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È meglio quindi accompagnare la visione di questi due “campanelli d’allarme” con altri. Ad esempio uno degli indici più “caldi” del momento è l’Embi+. Misura in sostanza i tassi che in media stanno pagando i Paesi emergenti sul debito contratto in valuta estera (prevalentemente dollari ma non solo). Negli ultimi mesi questo indice è salito, come appunto il costo del debito reale per l’area emergente del pianeta. Il debito estero dei mercati emergenti è da sempre uno dei fattori in grado di destabilizzare la finanza e quindi va seguito con attenzione.
Accompagnare spread BTp-Bund, Vix ed Embi+ con un altro spread, quello che misura la differenza dei tassi tra i bond high yield (che offrono rendimenti più alti a fronte di rischi più alti perché sono emessi da società con rating mediamente basso) e i bond di categoria investment grade (emessi da società con rating dalla Tripla B in su) è un altro termomentro del rischio globale. Anche questo spread sta salendo negli ultimi mesi, confermando che sui mercati finanziari il clima non è dei più sereni.
I livelli attuali, tanto dell’Embi+ quando dello spread tra bond high yield d bond investment grade, non sono però esageratamente preoccupanti. Ecco perché vanno monitorati. Se dovessero subire altri strappi al rialzo però sarebbe un doppio campanello d’allarme.
Da non dimenticare poi anche i dati macro. Soprattutto quelli che danno uno slancio sul futuro, come ad esempio gli indici dei direttori agli acquisti.
Quella del direttore agli acquisti è una figura chiave in un'azienda, perché deve procurare gli input in vista dell'output, e quindi ha il polso della situazione aziendale. Se questo indice scende vuol dire che nei mesi a venire le aziende ridurranno l’attività economica e gli ordinativi di prodotti. E quindi il Pil di un’area potrebbe scendere. Purtroppo, questi indici stanno scendendo nelle economie avanzate sincronicamente. L’ultimo dato in tal senso è arrivato dagli Usa giovedì scorso. La buona notizia è che l’indice per il momento è sopra i 50 punti, quelli che delimitano la soglia di espansione economica da una contrazione. Mentre in Cina lo stesso indice è sceso a 49,7. Sotto i 50 punti quindi.
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