L’ultimo “colpo”, mediatico, a Torino dove ieri all’allenamento della Juventus in programma alla Continassa Cristiano Ronaldo si è presentato a bordo di una Rolls-Royce Cullinan, il primo suv della casa inglese. Un esemplare di prova per i clienti più interessanti e potenzialmente interessati all’acquisto. Ma tant’è: alla guida di questo suv super-lusso c’era il pluripremiato Pallone d’oro portoghese. E in fondo, considerando i successi sportivi del calciatore, è beneaugurante per la casa automobilistica inglese del gruppo Bmw avere un Cristiano Ronaldo alla guida, dopo un anno, il 2018, che è stato comunque chiuso a livelli record per vendite.
A conti fatti si tratta di 4.107 auto vendute, in aumento del 22 per cento. Il modello più venduto è stato il Ghost. Per quanto riguarda le destinazioni delle vendite, Cina e Corea con tassi di crescita sopra il 40% hanno rappresentato i mercati più vivaci. Gli Stati Uniti continuano però a essere ancora il principale approdo per le auto di lusso della Rolls-Royce, pesando per un terzo sugli acquisti. E ad aiutare, in quel mercato, è certamente intervenuto il taglio delle tasse “per i ricchi” previsto dal Governo Trump.
Il miglior anno dei 115 di storia della Rolls-Royce avvicina comunque allo spauracchio della Brexit. Che tuttavia, ha voluto precisare il ceo di Rolls-Royce Motor Cars, Torsten Müller-Ötvös, parlando con i giornalisti nel corso di un incontro a Londra, non porterà a un disimpegno di Rolls-Royce nel Regno Unito. L’anima di Rolls-Royce è inglese e non si può snaturare. Certo, il problema resta e non è da poco dal momento che la casa automobilistica realizza le sue auto (ci vogliono almeno 800 ore di lavoro per produrne una) interamente in Uk, con un sistema di produzione sostanzialmente just in time, ma importando il 92% dei componenti. L’aumento dei costi potrebbe dunque risultare insostenibile in caso di “Hard Brexit”. Da qui l’idea di migliorare le politiche di magazzino investendo in sistemi It nel periodo di fermo produzione, in aprile, per aggirare i potenziali problemi di ritardi negli approvvigionamenti.
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