L'agenzia di rating Dbrs conferma la propria valutazione sull'Italia a BBB (High)', con trend stabile. La conferma del rating
dipende dall’incrocio di due fattori, a quanto si legge nel comunicato diramato dalla società. Da un lato il governo italiano,
dopo aver rivisto in maniera «prudenziale» il suo bilancio, ha evitato una procedura di infrazione da parte della Ue, aumentando
la fiducia degli investitori e riducendo le impennate dello spread. Dall’altro le banche italiane, benché alle prese con un
elevato rischio paese, stanno facendo progressi nello smaltimento degli Npl (non performing loans, i cosiddetti crediti in
sofferenza).
«Il rating è sostenuto da un'economia ampia e diversificata, anche se l'incertezza politica resta elevata» si legge nella
nota di Dbrs, nella quale si precisa che «nonostante un debito elevato rispetto al pil, stimato al 131,7% nel 2018, il costo
implicito del debito pubblico al 2,8% resta vicino al livello più basso degli ultimi
trenta anni».
Le preoccupazioni: mancano le riforme strutturali
L’istituto mantiene comunque le sue riserve sul paese. «Il principale timore - si legge nel comunicato - riguarda l’assenza
di un focus governativo su problemi strutturali nel vivo di una crescita economica in rallentamento e un outlook fiscale che
diventerà più “sfidante” nel 2020. Nella visione di Dbrs, i prossimi mesi saranno critici nello stabilire se l’agenda del
governo si sposterà dalle radicali promesse in fase elettorale a un programma più conservatore, inclusa una revisione della
spesa fiscale e misure per incentivare la creazione di posti di lavoro e investimento». Detto questo, aggiunge l’agenzia,
«la possibilità di un rimpasto di governo o di elezioni anticipate resta elevata. Mentre questo aumenta l’incertezza sul breve
termine, potrebbe spianare la strada per un governo con un’agenda più moderata».
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