NEW YORK – L'americana Newmont Mining ha acquisito la rivale canadese Goldcorp, in un'operazione da 10 miliardi di dollari che fa nascere la più grande società mondiale nel settore dell'oro. La più importante
operazione di consolidamento nella storia delle minerarie legate al metallo prezioso, arriva appena tre mesi dopo il deal delle altre due concorrenti: la canadese Barrick Gold che ha comprato Randgold Resources, una transazione da 5,4 miliardi che ha accelerato la risposta
di oggi.
Newmont, che ha sede a Denver in Colorado, è il maggiore gruppo americano nell'oro con una capitalizzazione di 16,9 miliardi
di dollari. La società pagherà 0,3280 azioni per ogni azione ordinaria Goldcorp, con un premio del 17% rispetto alla media del prezzo
degli ultimi 20 giorni. A cui si aggiungerà un'ulteriore somma a premio di 2 centesimi per azione. Goldcorp ha sede a Vancouver
ed è quotata alla Borsa di Toronto. Le sue azioni hanno risposto con un balzo fino al 12%. Mentre i titoli Newmont a Wall
Street a metà seduta cedevano l'8,9%.
La nuova compagnia mineraria si chiamerà Newmont Goldcorp. Sarà controllata al 65% dagli azionisti attuali di Newmont, mentre il 35% del capitale passerà agli azionisti canadesi. Il deal ha il sostegno unanime dei manager delle due società, ma dovrà essere approvato dalle assemblee degli azionisti e ottenere l'approvazione delle autorità antitrust in diversi paesi. Iter procedurale che dovrebbe concludersi entro il secondo trimestre dell'anno secondo le previsioni.
Il ceo di Newmont, Gary Goldberg, che guida la società dal 2013, resterà al timone della nascente società sino alla fine dell'anno, quando andrà in pensione: gli subentrerà l'attuale chief operating officer Tom Palmer. Nooren Doyle, invece, sarà la presidente del nuovo gigante dell'oro americano-canadese.
Le aziende minerarie dopo un decennio di tagli agli investimenti per le nuove estrazioni hanno scatenato una gara di fusioni
e acquisizioni per assicurarsi le riserve di metallo prezioso, come ha spiegato Adrian Hammond di Sbg securities. Gli investitori negli ultimi
anni hanno penalizzato i titoli del settore per la riduzione delle riserve: le azioni Newmont hanno perso metà del loro valore
in Borsa dai picchi del 2011. «Le società minerarie, in lotta con il taglio dei costi e degli investimenti, cercano di aumentare
i rispettivi stock di riserve auree. E in assenza di nuovi giacimenti, l'acquisizione di asset è la alternativa più semplice
per crescere», ha spiegato Hammond.
Il nuovo colosso mondiale dell'oro gestisce miniere nelle Americhe, in Australia e Ghana. Con una produzione stimata di 7,9 milioni di once di oro all'anno supera l'altro grande rivale Barrick-Randgold. Le due recenti operazioni di consolidamento mettono sotto pressione le società del settore rimaste al di fuori dalla corsa all'M&A, come Kinross Gold e AngloGold Ashanti.
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