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Ferrari torna verso i 100 euro. Cara? Per Bernstein i conti non…

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L'Analisi |la casa di maranello in borsa

Ferrari torna verso i 100 euro. Cara? Per Bernstein i conti non deludono mai

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Tutti dicono che Ferrari è cara in Borsa, ma sotto il profilo dei risultati aziendali non delude mai. Questa la tesi di Max Warburton di Bernstein che, in un report odierno, ha tolto il giudizio "underperform" sulla casa di Maranello riportandola a "marketperform" con target di prezzo a 95 euro. Dopo essere scesa nei primi giorni di gennaio ai minimi da un anno e mezzo, in area 85 euro, le azioni Ferrari in Borsa hanno rapidamente recuperato terreno (+13% da inizio anno) e oggi sfiorato quota 99 euro.

Capitalizzazione di Borsa tornata a 19 miliardi
«Può un'azienda che produce 9mila veicoli l'anno e genera meno di 350 milioni di euro di free cash flow valere veramente 20 miliardi?» si chiede l'analista guardando alla capitalizzazione di Borsa ora superiore ai 19 miliardi di euro e accreditando l'idea che le quotazioni siano eccessive. Tuttavia, è la risposta del broker, le aziende considerate care non scendono in Borsa a causa della valutazione elevata, ma se mancano i target e deludono le aspettative. Non sembra al momento il caso di Ferrari, secondo Bernstein: il gruppo, pronostica l'analisi odierna della casa di investimento, continuerà a migliorare i propri profitti in maniera graduale ma costante grazie a un nuovo piano «credibile», che punta ai 2 miliardi di euro di ebitda, basato su un percorso di alta qualità, a basso rischio e focalizzato sull'incremento del mix e del pricing.

Pochi rischi su 2019? Bassa esposizione in Cina, c'è tema cambi
Pochi inoltre sono i rischi sull'outlook 2019: secondo Warburton, una Cina in frenata avrebbe impatti contenuti sulla Rossa che è poco esposta a quel mercato e anche l'effetto Brexit non sembra al momento dar vita a segnali di debolezza; un tema può essere quello dei cambi (da dollaro o sterlina in netta correzione), l'altro una recessione economica in cui comunque ricavi e utili di Ferrari dovrebbero soffrire meno rispetto agli altri costruttori d'auto.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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