Il Tesoro è al lavoro per il rinnovo delle Gacs, le garanzie di Stato sulle cartolarizzazioni di sofferenze che andranno in scadenza il prossimo 6 marzo. La volontà è quella di arrivare alla conclusione dell’iter nei tempi utili per dare continuità allo strumento che ha consentito a molte banche, dalla sua introduzione, di smobilizzare significative masse di crediti deteriorati dal bilancio, in linea con le richieste della Vigilanza bancaria.
Il dossier è sul tavolo del Direttore Generale del Tesoro, Alessandro Rivera. Sulla strada per il rinnovo ci sono da risolvere alcuni nodi di tipo tecnico, oltre che politico. All’interno della maggioranza di Governo le opinioni non sono ancora totalmente uniformi sul tema Gacs, anche perchè resta da capire se e come debbano essere accantonate eventuali coperture per varare la misure.
Secondo alcune letture, possibile che sia utile affrontare nel contempo anche un esame delle passate cartolarizzazioni per verificare quali siano gli aspetti da migliorare. Va detto, tuttavia, che un eventuale rinnovo richiederà comunque sia una pronuncia della Commissione europea che una apposita norma di legge. Da un punto di vista tecnico, il Tesoro, che opera in stretto contatto con Banca d’Italia, sarebbe al lavoro per meglio definire l’estensione sulle tranche senior. In passato, peraltro, si era ragionato di estendere le garanzie sulle cartolarizzazioni anche alle inadempienze probabili. Fino ad oggi, lo schema messo in atto dall’Italia prevede che la garanzia statale sui titoli senior sia remunerata a condizioni di mercato in base al grado di rischio, ovvero in modo accettabile per un operatore privato secondo condizioni di mercato.
Al di là degli aspetti tecnico-politici, rimane un nodo da sciogliere che è rappresentato dalle urgenze del mercato. Le banche guardano alla cessione degli Npl tramite cartolarizzazione come via maestra per ridurre il fardello dei crediti, a maggior ragione alla luce delle maggiori richieste di copertura sui crediti deteriorati arrivate dalla Bce. In questo senso, le Gacs si sono rivelate uno strumento utile per aiutare gli istituti nel percorso di pulizia di bilancio, anche perchè consentono di emettere titoli che sono appetibili per gli investitori istituzionali ed esteri, in quanto garantiti dallo Stato. A dare un importante assist politico al rinnovo è stata ieri anche la Commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, che al Sole 24Ore ha ricordato che la Gacs ha funzionato «molto bene».
L’ultima banca ad emettere Gacs è stata proprio Carige, l’istituto ora nell’occhio del ciclone per la possibile ricapitalizzazione precauzionale di Stato. Su una parte sostanziosa delle nuove tranche di Npl della banca genovese dovrebbe attivarsi la Sga, la società del Tesoro. Con la possibilità di utilizzare nuovamente le Gacs. Proprio in questi giorni, inoltre, la Consap, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, starebbe concludendo l’esame dei crediti per la certificazione necessaria alle Gacs già richieste dall’istituto ligure.
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