Apple abbasserà i prezzi dell’iPhone al di fuori dagli Stati Uniti, anzi in Cina l’ha già fatto. Lo ha spiegato dopo la presentazione dei risultati finanziari di ieri - utili per 19,97 miliardi e ricavi per 84,3 miliardi, in calo del 4,5 per cento - il ceo Tim Cook. La ragione del taglio è stata spiegata con il cambio valutario: essendo il prezzo in dollari, la conversione in alcune valute ha fatto sì che i già molto elevati prezzi degli iPhone diventassero ancora più alti. In Cina, per esempio, la risalita del dollaro rispetto al Renminbi è stata del 10% e il prezzo degli iPhone è salito di conseguenza. In Turchia di oltre il 30 per cento.
«A gennaio abbiamo valutato le condizioni macroeconomiche di alcuni di quei mercati e deciso di tornare a prezzi più commisurati a com’erano localmente un anno fa, nella speranza di aiutare i ricavi» ha detto Tim Cook a Reuters. Le vendite di iPhone nel mondo nel trimestre natalizio, quello più importante, sono calate del 15% a 51,9 miliardi di dollari e rappresentano il 62% del giro di affari di Apple. Il calo del mercato cinese è considerato il primo motivo della diminuzione delle vendite. Apple non dice in quali Paesi taglierà i prezzi, però dopo la sforbiciata alle stime comunicata a inizio gennaio ha già ridotto i prezzi dell’iPhone attraverso alcuni rivenditori in Cina. Limature al prezzo si sono registrate anche in India e Giappone.
L’iPhone XS è in vendita da settembre negli Stati Uniti a 999 dollari, stesso prezzo dell’iPhone X un anno prima. Le vendite negli Stati Uniti sono state infatti soddisfacenti (+5%), ma in Paesi come Cina e Turchia, dove la moneta si è indebolita sul dollaro, la percezione è stata di un marcato aumento rispetto al predecessore. In Turchia addirittura il dollaro ha guadagnato in un anno il 33% rispetto alla lira e le vendite Apple hanno perso 700 milioni di dollari. In pratica Cook ha detto che ora sarà Apple a farsi carico del peso della forza del dollaro in alcuni mercati. Il cfo Luca Maestri ha detto che l’aggiustamento dei prezzi non arriverà anche nei servizi (musica, app, iCloud ecc) che in questo trimestre hanno raggiunto i 10,8 miliardi di dollari in forte crescita (per dare un’idea: nell’ultimo trimestre Facebook ha registrato ricavi per 13,7 dollari). L’azienda per la prima volta ha comunicato i margini dei servizi, che sono al 63% (58,3% un anno fa), mentre sull’hardware sono al 34%.
Apple ha detto che ha 360 milioni di abbonati ai suoi servizi e a quelli di terze parti, e ha comunicato l’obiettivo di 500 milioni di abbonati per la fine del 2020. Ha inoltre detto di avere una base di device attivi di 1,4 miliardi, in crescita di 100 milioni, e 900 milioni di questi sono iPhone. Anche quest’ultimo è un numero di dettaglio comunicato per la prima volta. È evidente la volontà di comunicare la crescita dei servizi mentre in ambito hardware Apple non dà più lo specifico delle categorie di prodotto. Per il futuro la valorizzazione dei servizi passerà dal video: Cook ha detto che stanno lavorando su Apple TV e AirPlay 2 e che stanno producendo contenuti originali, anche se al momento non ci sono annunci. The Information scrive che Apple lancerà il suo servizio di streaming tv la prossima primavera.
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