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Borse, cresce il partito degli ottimisti. Ma preoccupa ancora lo spread

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L'Analisi |sondaggio assiom forex-radiocor

Borse, cresce il partito degli ottimisti. Ma preoccupa ancora lo spread

Il mese di gennaio all'insegna del recupero delle Borse dopo un 2018 negativo sembra aver riportato una ventata di ottimismo fra gli operatori finanziari. E’ quanto emerge dal sondaggio di gennaio condotto da Assiom Forex tra i suoi associati in collaborazione con il Sole 24 Ore Radiocor (chiuso prima della diffusione dei dati Istat sul pil del IV trimestre in calo dello 0,2% che hanno certificato l'entrata in recessione dell'Italia). Risale infatti il totale di quanti prevedono rialzi per Piazza Affari nell’arco dei prossimi sei mesi: sono il 37% complessivo in gennaio (di cui il 5% prevede forti rialzi oltre il 10%) mentre un mese fa erano solo il 24% con un 2% di super-ottimisti. Dopo la «gelata» di dicembre siamo dunque tornati vicini ai livelli di novembre quanto il 42% degli operatori vedeva verde nel futuro dei mercati. Sul fronte opposto calano dal 29% al 24% quanti prevedono ribassi per gli indici mentre il rimanente 39% del campione ( a dicembre era al 47%) prevede indici stabili, una definizione che include variazioni massime del 3% sia al ribasso che al rialzo. «Il recupero delle Borse da inizio anno – ha commentato il presidente di Assiom Forex Luigi Belluti - sta migliorando il sentiment degli operatori di Borsa. Nella survey di gennaio infatti sono aumentati del 13% coloro che ritengono che nei prossimi sei mesi la Borsa possa riprendere a registrare guadagni e, tra questi, c’è anche ci crede che i mercati azionari possano crescere a doppia cifra».

Mercati: per 55% operatori spread fra 200 e 250 pt in prossimi mesi
Resta alto il livello della preoccupazione sull’andamento dello spread nel corso dei prossimi sei mesi ma si registra un qualche miglioramento rispetto a un mese fa.

Se un mese fa solo il 48% prevedeva un ritorno del rendimento sotto quota 250 pt, in gennaio questo partito si attesta al 60% con una maggioranza assoluta, del 55%, che vede il differenziale oscillare fra i 200 e i 250 punti mentre per il 3% scenderà fra 150 e 200 e per un ulteriore 2% scenderà addirittura fra 100 e 150 punti. Per il rimanente 40% invece lo spread rimarrà sopra i 250 punti: nello specifico per il 35% oscillerà fra 250 e 300 punti e per il restante 5% supererà stabilmente i 300 punti. Oggi lo spread si aggira attorno ai 240 punti.

Cambi: 50% operatori vede euro/dollaro stabile in prossimi mesi
Il mercato del forex non dovrebbe regalare grandi sorprese nel corso dei prossimi mesi per quanto riguarda l’andamento dei rapporti di forze fra euro e dollaro anche se cresce la percentuale di quanti vedono un possibile rialzo della moneta unica. Secondo il 50% degli operatori infatti, il cambio fra le due valute rimarrà sostanzialmente invariato. Un mese fa questa percentuale era al 49% mentre a novembre era al 33%. Sale contestualmente come detto il partito degli ottimisti che sale al 28% dal 24% di un mese fa mentre scende al 22% dal 27% il numero di quanti ritengono che l’euro potrebbe indebolirsi nel corso dei prossimi mesi, risentendo anche del netto rallentamento della congiuntura rilevato anche dalla stessa Bce. «Lo stesso maggior ottimismo che si registra per le previsioni di borsa caratterizza anche le attese per l’andamento della moneta unica – ha aggiunto Belluti - con un incremento del 5% di coloro che credono che l’euro possa sovra-performare il dollaro da qui all’estate o che per lo meno non si discosti molto dagli attuali livelli».

Bce: 78% operatori vede nuove aste Tltro
Nel corso del 2019 la Bce riproporrà lo strumento delle aste Tltro in modo da continuare a fornire liquidità al sistema bancario mentre questo prosegue nel processo di riduzione degli Npl. Secondo il 78% degli operatori, la Bce annuncerà nuove aste nei prossimi mesi nella consapevolezza che le banche nell’arco dei prossimi 18 mesi dovranno restituire alla banca centrali ingenti somme e questo rischia di strozzare il credito in un momento di rallentamento dell’economia europea. Per il rimanente 22% invece la Bce continuerà a fornire sostegno all’economia tramite la leva dei tassi e dei reinvestimenti che andranno anche a comprare bond bancari ma non farà ricorso alle aste Tltro a meno di un netto peggioramento della situazione nel comparto finanziario.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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