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Giovanni Castellucci: «Atlantia al via sull’auto elettrica. Nel mirino il Charles De Gaulle»

Giovanni Castellucci, ceo del gruppo dal 2006  (Reuters)
Giovanni Castellucci, ceo del gruppo dal 2006 (Reuters)

Sfida in Francia ai colossi nazionali per la gestione dell’aeroporto Charles De Gaulle. Alleanza con il magnate Ambani (gruppo Reliance) per le prossime concessioni aeroportuali in India. Sbarco in Australia nel mercato delle concessioni infrastrutturali e forte accelerazione dello sviluppo in Europa - soprattutto in Spagna e in Germania - nel business del tele-rilevamento dei pedaggi autostradali per auto e veicoli commerciali. E poi l’Italia: la realizzazione di un network di impianti di ricarica veloce delle batterie delle auto elettriche sulla rete autostradale italiana gestita da Aspi è già all’esame del ministero delle Infrastrutture e dopo la firma di Toninelli si apriranno i cantieri nelle aree di servizio.

L’emergenza del Ponte Morandi non è finita per Atlantia, ma dopo cinque mesi di scontri con il Governo e di inchieste giudiziarie sulle responsabilità della tragedia di Genova, guardare avanti è tornata la priorità del colosso infrastrutturale guidato da Giovanni Castellucci e controllato dalla famiglia Benetton. Restare fermi o aspettare i tempi della giustiza non è un’opzione per aziende di dimensioni globali come Atlantia, non solo sotto il profilo industriale ma anche finanziario: «Crescere profittevolmente è per noi l’imperativo - spiega Castellucci al Sole24Ore - e abbiamo responsabilità sia con i soci di controllo che con l’intero mercato finanziario: la tragedia di Genova e le minacce di revoca della concessione hanno inciso profondamente sul valore del titolo e delle obbligazionario. Ma questo non ci deve far abbandonare i piani di espansione e diversificazione del portafoglio. Che è la migliore garanzia per mantenere la solidità del gruppo e la capacità di remunerare il mercato».

Quello che apprezza il mercato è la graduale distensione dei rapporti con il governo, come appare dagli atti dell’esecutivo al di là delle dichiarazioni pubbliche. «Le ultime interlocuzioni - spiega il manager - sia per quanto riguarda gli interventi di calmieramento delle tariffe che per la procedura di accertamento dell’eventuale ( e da noi non condiviso) inadempimento si sono basate sulle regole contrattuali che regolano il nostro rapporto con il concedente. È stato un passo importante per tutti: Atlantia ha rinunciato agli aumenti tariffari previsti per gennaio 2019 ed è disponibile a continuare a cooperare su questo terreno con il Governo. Anche sul tema delle opere che possono partire e che attendono una ultima autorizzazione. Noi siamo pronti a mantenere gli impegni di investimento sulle autostrade italiane: ci sono 10 miliardi di euro di lavori che sono pronti a partire, come per esempio il piano di costruzione delle nuove gallerie della Gronda a Genova, che vale da solo 4,5 miliardi e per la quale gli espropri sono già stati da noi fatti. Manca solo l’ok del governo per aprire definitivamente i cantieri».

Ingegner Castellucci, quali sono le vostre priorità operative per il 2019, oltre naturalmente alla gestione del caso-Genova?
La tragedia di Genova e la gestione della emergenza successiva ha assorbito, come era giusto che fosse, fino ad oggi tutte le nostre energie ed attenzione. Ma ora che sono state impostate la ricostruzione e la collaborazione con il commissario, se pur con qualche divergenza ancora non completamente risolta, possiamo pensare anche al futuro.

Il più importante dossier riguarda l’integrazione con Abertis e le sinergie attivabili con la collaborazione con il gruppo spagnolo Acs di Florentino Peres?
L’opa fatta in Spagna su Abertis attraverso Hochtief ha portato alla nascita di un gruppo unico nel settore delle infrastrutture, una realtà che unisce le competenze industriali di Atlantia con quelle finanziarie di Abertis. Per creare il più grande gruppo al mondo di concessioni nei trasporti. Alleato insieme al più grande gruppo di costruzioni del mondo occidentale: ACS-Hochtief. La dimensione globale ci aprirà sicuramente opportunità e prospettive alle quali atlantia da sola non avrebbe potuto accedere. Ho illustrato pochi giorni fa la nostra azienda ed il nostro progetto al ministro delle infrastrutture spagnolo Abalos. E la scadenza della maggior parte delle concessioni in Spagna nel prossimo decennio apre le porte a grandi opportunità per chi saprà competere con regole del gioco che sicuramente cambieranno. Mettendo al centro del sistema le tecnologie di gestione e di pedaggio. Il tutto all'insegna della continuità: nessun cambiamento al vertice di Abertis, che resta guidata dall’amministratore delegato in carica e da un presidente indicato da Acs. È stata una scelta di rispetto nei confronti del management di un grande gruppo.

È vero che l'operazione Abertis è nata anche per il rischio di un take over ostile di Atlantia?
Chi ha risorse per poter crescere e non le impiega al meglio e profittevolmente è destinato inevitabilmente, in un mercato globale come il nostro, ad essere target di scalate ostili. Ma ora il tema penso non sia più attuale.

Per quanto riguarda gli aeroporti?
Dopo aver vinto la gara per la privatizzazione del secondo polo aeroportuale francese , quello della Costa Azzurra, seguiamo da vicino i progetti del governo francese di privatizzazione dell'aeroporto Charles De Gaulle. Ma è un progetto molto complesso con tempi non preventivabiki. E in India abbiamo un progetto con il gruppo del finanziere Ambani. In generale, puntiamo su tutti i mercati più promettenti per il nostro know how nelle gestioni infrastrutturali, dagli Usa all'l'Australia, dall'India alla Francia e alla Germania. Ma voglio essere chiaro su un punto: fin dalla privatizzazione, Atlantia ha investito gran parte delle sue risorse sull'Italia, modernizzando la rete autostradale, dotandola di nuove tecnologie all'avanguardia nel mondo come il telepass, oltre naturalmente agli investimenti sulla qualità e la sicurezza della rete autostradale. E su questa strada vogliamo investire ancora.

A che punto siete con i progetti delle stazioni di ricarica dell'auto elettrica sulla rete autostradale?
Siamo pronti a partire: manca solo l'autorizzazione del ministero per passare alla fase operativa. Ma non c'è nessun ritardi. Semplicemente glielo abbiamo appena illustrato. . Realizzeremo stazioni di rifornimento elettrico di potenza superiore ai 350 kilowatt in oltre 60 stazioni di servizio: in 20-30 minuti, il tempo di un panimo e un caffè, si potrà ripartire a piena potenza. Abbiamo insomma deciso di studiare un investimento che anticipa il mercato.

Qual è la nuova frontiera di Atlantia?
Sono sicuramente le autostrade urbane. Oggi ogni realtà metropolitana si trova ad affrontare il problema del congestionamento delle grandi vie extraurbane di collegamento alle città: in molti paesi si è scelto di introdurre sistemi di pedaggio che hanno dato grandi risultati. Non solo finanziari, ma soprattutto dii viabilita. Santiago del Cile , metropoli molto avanzata da oltre 7 milioni di abitanti è la città dove abbiamo potuto mettere a frutto tutte le nostre competenze industriali. Ed è un modello nel mondo.

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