GUARDA IL VIDEO / Brexit, May offre tre opzioni con rinvio del termine del 29 marzo
Lo riportano diversi organi di stampa britannici secondo cui l’esecutivo conservatore potrebbe negoziare un rinvio della scadenza per l’uscita dall’Unione fissata per la fine del mese allo scopo di evitare un’uscita senza accordo che, nell’opinione di molti alti rappresentati dell’industria e della finanza britannica, potrebbe avere conseguenze disastrose per l’economia del Regno Unito.
Se confermata la decisione rappresenterebbe una svolta nella strategia negoziale del primo ministro britannico che ha sempre posto al parlamento l’alternativa tra l’accordo negoziato dal suo esecutivo e il «no deal», ossia la possibile uscita dall’Unione senza accordo. Evidentemente hanno pesato le pressioni interne della componente più moderata del partito conservatore e della comunità economico-finanziaria. Ma è svolta anche sul fronte laburista dato che il leader Jeremy Corbyn ha aperto formalmente alla possibilità di un nuovo referendum sulla Brexit. Finora Corbyn aveva sempre escluso questa ipotesi per non scontentare la parte più euroscettica del suo elettorato.
Sul fronte Brexit insomma arrivano schiarite e i mercati ne prendono atto tornando a puntare sulla sterlina che questa mattina registra forti guadagni. Rispetto al dollaro (qui il grafico del cambio) la valuta britannica è tornata sui massimi da un mese. Ma soprattutto rispetto all’euro che il rally è stato più consistente. Il pound si è infatti rivalutato fino a mezzo punto percentuale sull’euro nelle prime contrattazioni arrivando a toccare un massimo di 1,1590 euro come non si vedeva da aprile dello scorso anno. Da inizio anno il pound si è apprezzato del 4% sull’euro.
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