Il sollievo (momentaneo) per il giudizio invariato di Fitch sul debito italiano sembra prevalere sulle pur legittime preoccupazioni legate alla crescita del nostro Paese. Si può spiegare soltanto in questo modo la settimana favorevole di Piazza Affari, che con un progresso del 2,13% ha registrato la miglior performance in Europa, portando così quasi al 13% il recupero da inizio anno. Meglio, a livello globale, è riuscita a fare la Borsa di Shanghai (+6,78% in settimana e +20% da inizio anno), le cui azioni di tipo «A» vedranno nel corso del 2019 quadruplicare (dal 5% al 20%) il proprio peso nei principali benchmark Msci.
La ripresa delle banche fra BTp e Tltro
Sul listino milanese protagonisti, come da copione, sono stati i titoli del settore bancario (+6,66%), le cui sorti sono sempre
inevitabilmente legate a quelle dei BTp «risparmiati» dall’agenzia di rating venerdì scorso, ma anche condizionate dal futuro
delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine Tltro sulle quali la Bce potrebbe pronunciarsi già nella riunione di giovedì
prossimo. «La prossima settimana gli analisti della Bce dovrebbero abbassare le stime sulla crescita nell’Eurozona e prevedere
una più lenta ripresa dell’inflazione core: due revisioni che forniscono lo scenario giusto per annunciare ulteriori finanziamenti
bancari in sostituzione della Tltro, nel corso dell’incontro imminente o forse più probabilmente ad aprile», sottolinea Daniele
Antonucci di Morgan Stanley.
Le note (ancora) dolenti
Non che non siano mancate in settimana indicazioni poco incoraggianti sullo stato di salute dell’economia italiana: sotto
il profilo delle attese (Moody’s «vede» una crescita anemica dello 0,4% quest’anno e dello 0,8% il prossimo; l’ennesimo richiamo della Commissione Ue sui conti pubblici) e per quanto riguarda gli stessi dati (l’Istat ha rivisto al ribasso di un decimo allo 0,9% la crescita 2018 e aumentato al 132,1% il rapporto debito/Pil, mentre l’indice Pmi manifatturiero ha deluso). Il clima fra gli investitori resta però favorevole nei confronti del nostro
Paese, indipendentemente dalle incertezze economiche o politiche.
La «finestra» sui bond bancari
Una delle dimostrazioni più evidenti è anche il ritorno in pianta piuttosto stabile delle banche sul mercato primario
dei bond. La settimana si è aperta con l’emissione subordinata di Ubi Banca (Tier 2 da 500 milioni di euro), proseguita con Intesa Sanpaolo (covered bond da un miliardo) e chiusa con Banco Bpm (senior preferred triennale da 750 milioni). Tutte testimonianze del fatto che quella «finestra» rimasta praticamente chiusa fra ottobre e novembre
a causa dell’aumento della percezione del rischio Paese fra gli investitori si è momentaneamente riaperta. Il prezzo da pagare
è più elevato, ma il mercato mostra di apprezzare la «carta» italiana, per ora.
© Riproduzione riservata