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Tim convoca il cda per la replica ai sindaci

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Tim convoca il cda per la replica ai sindaci

Cdp è vicina all’obiettivo di arrivare al 10% di Telecom: per portarli all’assemblea del 29 marzo i titoli devono essere acquistati in Borsa entro venerdì. Vivendi, che ha chiesto la revoca di cinque consiglieri in quota Elliott, ha la strada in salita dopo la bocciatura del proxy advisor Iss. Il presidente Fulvio Conti e i consiglieri di maggioranza sono comunque impegnati a difendersi dalle «irregolarità» segnalate dai sindaci sull’iter di rimozione dell’ex ad Amos Genish. I contatti tra Telecom e Open Fiber non decollano, anche se ieri il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ha sostenuto che «avere una rete unica è importante e se per raggiungere l’obiettivo serve investire, bisogna farlo». Il titolo in Borsa è tornato a 52 centesimi, in calo del 5,93%. Comunque vada l’assemblea di fine mese, la situazione non sarà risolta. Volano gli stracci tra i due principali azionisti, Vivendi (23,94%) e Elliott (9,5%). Chi ha ragione e chi ha torto poco importa al mercato se alla fine la situazione produce lo stallo. Tanto più che l’annuncio a sorpresa di oltre 1100 esuberi in Vodafone Italia su un organico di 6500 unità getta un’ombra sinistra sul mercato domestico delle tlc.

In questo contesto si consuma l’ennesima disputa nell’azionariato, con inevitabili strascichi nel board. Domani - in un clima che non si preannuncia affatto disteso - si riunisce il consiglio Telecom per dare una risposta alle osservazioni del collegio sindacale. Che in sostanza ha rilevato “asimmetrie informative” nell’iter che ha portato a sfiduciare Genish. Il preludio della tempesta era stato il cda dell’8 novembre che aveva approvato la svalutazione degli avviamenti per 2 miliardi. A molti dei consiglieri era sembrata ondivaga la posizione dell’ad, che di suo lamentava che non gli era stato dato il tempo per rimediare. Fatto sta che la conference call - senza alcuno degli indipendenti espressi da Vivendi e con la presenza degli avvocati dello studio BonelliErede - è stata spiegata con l’obiettivo di discutere dell’insoddisfazione espressa da diversi consiglieri sull’operato dell’ad. Il 12 sera l’ordine del giorno relativo alle deleghe di componenti del cda e delibere conseguenti forniva comunque a tutti l’indicazione di quello che sarebbe successo il giorno dopo nel cda straordinario.

Iss non ha ritenuto la questione rilevante ai fini delle istanze poste da Vivendi per la prossima assemblea. Molti degli argomenti dei francesi per giustificare la richiesta di revoca di cinque consiglieri - nota Iss - sono relativi alla governance, tuttavia lo stesso comportamento di Vivendi in passato «mina la sua autorità morale sul tema e può di fatto giustificare i passi fatti dagli amministratori espressi da Elliott». Inoltre, aggiunge il consulente dei fondi, Vivendi non è riuscita a convincere della necessità del cambiamento, dal momento che «è improbabile che gli azionisti possano beneficiare di un costante rimpasto del board» dovuto al braccio di ferro tra i due principali soci. Se le ragioni della rimozione di Genish non sono completamente chiare - nota il report di Iss - nemmeno lo sono i rimpiazzi anticipati dei due precedent ad, Marco Patuano e Flavio Cattaneo. Quanto all’andamento del titolo, che entrambe le parti si rinfacciano, secondo Iss riflette le preoccupazioni sulle future sfide di business e sul costo superiore alle attese per le frequenze del 5G, piuttosto che questioni specifiche.

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