Ci si è messa anche Fiat Chrysler Automobilesad alimentare (in modo indiretto) il rally del palladio. Il metallo prezioso – raddoppiato di prezzo dall’estate scorsa e ai massimi storici – questa settimana ha superato anche la soglia dei 1.600 dollari l’oncia, con un ulteriore strappo al rialzo che viene in parte attribuito a una campagna di richiamo di quasi 900mila auto appena annunciata da Fca negli Stati Uniti.
Il recall volontario riguarda per la precisione 862.520 veicoli delle gamme Dodge e Jeep, tutti alimentati a benzina e dunque dotati di marmitte catalitiche ad alto contenuto di palladio.
È proprio il catalizzatore a dover essere sostituito, dopo che la stessa Fca si è accorta che alcuni modelli di auto immatricolati tra il 2011 e il 2016 non garantiscono un controllo delle emissioni in linea con le norme in vigore negli Usa.
L’operazione – che Fiat Chrysler prevede di completare per fasi nel corso del 2019 – potrebbe comportare un consumo aggiuntivo di 77mila once di palladio, secondo stime di Heraeus Metals: una quantità importante in un mercato in cui si prevede un deficit di offerta di oltre 500mila once quest’anno, legato in gran parte proprio al boom di domanda nell’industria dell’auto.
Anche se Fca potrà in parte riciclare il palladio, ricavandolo dai vecchi catalizzatori, «ci vorranno un po’ di mesi perché il materiale riesca a tornare in circolo nel sistema», avverte Miguel Perez-Santalla, direttore vendite della società, che si occupa di raffinazione di metalli preziosi.
È prevedibile un impatto anche sul mercato del rodio (anch’esso interessato da forti rincari negli ultimi mesi, che l’hanno portato a superare 3mila dollari l’oncia) e del platino. A Fca infatti serviranno in tutto 110mila once di metalli preziosi, di cui il 30% diversi dal palladio, spiega Perez-Santalla.
Un altro fattore che ha contribuito a spingere il palladio oltre 1.600 dollari l’oncia è il timore che la Russia possa vietare l’esportazione di rottame. Confermando alcune indiscrezioni di stampa, il ministero del Commercio russo ha detto che in effetti sta valutando la misura (che sarebbe temporanea, tra il 1° maggio e il 31 ottobre), ma che riguarderebbe in ogni caso materie prime «con un valore aggiunto minimo».
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