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Banca Carige, la Bce concede sei mesi di tempo per il riassetto

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Banca Carige, la Bce concede sei mesi di tempo per il riassetto

Altri sei mesi di tempo. È questa la finestra che la Banca centrale europea ritiene adeguata per il risanamento di Banca Carige. L’istituto di Francoforte ha notificato la proroga dell’amministrazione straordinaria a tempo (avviata il 1 gennaio) fino al 30 settembre. Viene quindi confermato il mandato dei Commissari straordinari (Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener) e dei membri del Comitato di Sorveglianza (Gian Luca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti) «per dare corso alle azioni correttive previste per assicurare il rispetto in modo sostenibile dei requisiti prudenziali». Normalmente le proroghe coprono tre mesi (ed eventualmente poi vengono rinnovate). Ma in questo caso la Bce ha ampliato il lasso temporale, anche perché la strada per il riassetto del gruppo è fitta.

Intanto il 15 aprile è il termine ultimo fissato per la presentazione delle offerte (sia di acquisizione che di “business combination”) degli investitori interessati a Banca Carige. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore la banca ligure avrebbe discussioni avanzate con alcuni fondi di investimento. E nel contempo, la famiglia Malacalza - socio di maggioranza con il 27% del capitale - starebbe emergendo sempre più come snodo fondamentale della partita. Tra i fondi in pista ci sarebbero in particolare BlackRock e Värde. Quest’ultimo sarebbe interessato all’intero perimetro, quindi sia la parte core, costituita dalla banca in salute, sia il portafoglio di crediti deteriorati, oggi rappresentati da circa 3,5 miliardi di Npl. Värde detiene asset in Italia per circa 2 miliardi. Tra questi il 33% di Guber Banca, istituto specializzato nella gestione e recupero di portafogli di crediti non performing. Mentre non è chiaro se il fondo BlackRock sarebbe indirizzato solo alla “good bank”, ipotesi più probabile.

In ogni caso qualunque sia l’acquirente raggiungere un’intesa con i Malacalza è il prerequisito funzionale alla formalizzazione di eventuali proposte. Del resto, solo un patto preventivo con gli azionisti forti di Carige - e con un loro impegno formale ed esplicito - spazzerebbe via dal campo possibili incognite rispetto all’esito dell’assemblea che dovrà approvare, oltre ad eventuali offerte, anche il necessario aumento di capitale da 630 milioni.

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