L'inventore del deficit/Pil, il francese Guy Abeille, ex funzionario del ministero del Bilancio, oggi in pensione, racconta in un'intervista al Sole 24 Ore la vera storia della nascita di una formula che ancor oggi divide i governi europei ed è oggetto di scontro con Bruxelles, si pensi alle recenti polemiche nel governo italiano o ai “gilet gialli” in Francia. «Sono favorevole – spiega Abeille - alla disciplina fiscale. E sul fatto che debba basarsi su regole semplici e comprensibili a tutti. Ma la regola del deficit/Pil al 3%, così come quella del debito/pubblico al 60%, andrebbero sostituite. A mio avviso i fattori di rischio per un Paese sono due: il primo è finanziario, ovvero non avere più prestatori ed esser quindi costretti a far salire troppo i tassi di interesse fino a rischiare il default. Il secondo rischio può riguardare il bilancio e si verifica quando gli interessi sul debito mangiano buona parte delle entrate e impediscono al Paese di effettuare gli investimenti da indirizzare per preservare la qualità generale dell'economia del Paese».
«Questi interessi impediscono la possibilità di effettuare “buone spese”, mi riferisco agli investimenti in infrastrutture pubbliche, investimenti nell'innovazione, nella transizione energetica, nella tecnologia digitale, robotica, formazione professionale. Per questo propongo due nuovi vincoli, entrambi non più rapportati al Pil ma alle risorse pubbliche. Il primo consiste nel quantificare un limite massimo di debito annuo da emettere e il secondo nel fissare un tetto massimo agli interessi da pagare. Entrambi rapportati alle risorse pubbliche del Paese. In questo modo si replica il principio di solvibilità tipico di un'azienda».
L’intervista completa sul Sole 24 Ore in edicola.
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