FRANCOFORTE - Il salvataggio di NordLB passerà attraverso una corposa cura dimagrante con un bilancio ridotto dagli attuali 154 a 95 miliardi, un’iniezione di capitale pari a 2,835 miliardi e interventi di equity per altri 800 milioni a carico degli azionisti (tutti pubblici), la vendita delle sofferenze nello shipping che a fine 2018 erano ancora pari a 7,5 miliardi, il divieto futuro ai finanziamenti nel settore navale che hanno provocato un buco da 2,354 miliardi nel bilancio 2018, un ritorno per fine 2019 al CET1 al 14% dall’attuale 6,82%, il taglio di 2.300 posti di lavoro, un cost-to-income ratio migliorato da 86% a 50%. Sono questi i principali numeri, tra business plan della nuova NordLB e chiusura del bilancio 2018, annunciati ieri da una delle più grandi Landesbanken in Germania ma anche uno dei casi di maggiore imbarazzo per il sistema bancario tedesco, dopo oltre dieci anni dallo scoppio della crisi subprime.
Sanare le banche attingendo alle casse pubbliche e ai versamenti dei contribuenti è quanto di peggio possa fare un politico in Germania e tanto il salvataggio di NordLb quanto un’eventuale uscita dello Stato federale da Commerzbank in perdita sono considerati autogol politici: i tre partiti principali nella Grande Coalizione, Cdu-Csu e Spd tutti reduci dal peggiore risultato alle urne nelle ultime elezioni generali nel settembre 2017, non possono permettersi di aumentare il malcontento dell’elettorato con crisi bancarie mal gestite. Tuttavia, i due Stati regione e le Sparkasse colpiti dai guai di NordLB non hanno avuto il coraggio di smantellare il sistema, ma piuttosto di conservarlo. Commerz resta invece una spina nel fianco del ministero delle Finanze e del ministro Spd Olaf Scholz, nel caso di nuovi interventi nel capitale o di una dismissione in perdita.
In quanto a NordLB, è arrivata infine la resa dei conti. Lo stesso amministratore delegato di NordLB Thomas Bürkle ha ammesso che «la grande perdita del 2018 è molto dolorosa», promettendo che la cessione una volta per tutte delle sofferenze dei prestiti al settore navale darà alla banca «un nuovo inizio», con attività concentrate sul core business ovvero il finanziamento delle Pmi, facendo perno sulla finanza strutturata. Ma già ieri giravano voci di una perdita prevedibile anche per quest’anno.
I dolori della NordLB non sono finiti anche perché il business plan deve essere approvato dagli organismi di supervisione bancaria tra Bce/SSM, Bafin e Bundesbank. Non da ultimo, anche la Commissione europea dovrà approvare il piano di salvataggio, che deve essere conforme tanto alle norme sulla concorrenza quanto sugli aiuti di Stato.
Il coinvolgimento dello Stato nel salvataggio di NordLB è totale in quanto sono solo di natura pubblica gli azionisti della banca. In base al progetto illustrato ieri dal top management, l’iniezione di capitale sarà a carico della Bassa Sassonia per 1,5 miliardi, Sassonia-Anhalt per 200 milioni e le casse di risparmio (tramite sembra il loro fondo di garanzia dei depositi bancari) per 1,135 miliardi. In aggiunta, la Bassa Sassonia contribuirà con 800 milioni aggiuntivi, portando l’intervento complessivo in equity a quota 3,5 miliardi.
Il business plan deve creare una nuova banca più snella, più solida e profittevole. Non è escluso che, per scaricare del tutto il fardello dei NPLs, alla banca verrà richiesta un’aggiuntiva iniezione di capitale.
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