
Aumenta il peso del fisco sui salari in Italia, in controcorrente rispetto alla media del mondo industrializzato. Nel 2018 nella Penisola, l’insieme di tasse sul reddito e di contributi sociali è salito di 0,2 punti al 47,9% per il lavoratore medio single. Come indica l’Ocse nel rapporto "Taxing Wages", è il terzo prelievo più alto tra i 36 Paesi avanzati, superato solo dal Belgio (52,7%) e dalla Germania (49,5%) e davanti anche a quello francese (47,6%), a fronte di una media Ocse del 36,1%, in calo di 0,16 punti. Va ancora peggio, in termini relativi, per le famiglie monoreddito con due bambini: il cuneo fiscale in Italia, pari al 39,1%, è il secondo più alto dell’Ocse, superato solo da quello della Francia (39,4%), decisamente sopra la media dei Paesi industrializzati che è del 26,6%.
I prelievi più bassi in Cile, Nuova Zelanda e Messico
I Paesi con il prelievo più basso in assoluto sono il Cile (7%), seguito da Nuova Zelanda (18,4%) e Messico (19,7%) nel caso
del lavoratore single e la Nuova Zelanda (1,9%), davanti a Cile (7%) e Svizzera (9,8%) per la famiglia monoreddito con due
figli. In Italia l’incremento di 0,2 punti del cuneo del lavoratore single nel 2018 rispetto al 47,7% del 2017 è imputabile
per intero all’incremento dell’imposta sui redditi, mentre non ha avuto variazioni l’incidenza dei contributi sociali.
Il cuneo fiscale nella Penisola si compone da un 16,7% di imposta sui redditi, 7,2% di contributi a carico del lavoratore
e di un 24% di contributi a carico del datore di lavoro. Quest’ultima è la quarta percentuale più alta dell’Ocse, alle spalle
di Francia (26,5%), Repubblica Ceca (25,4%) ed Estonia (25,3%). Il costo totale del lavoro in Italia risulta pari a 59.600
dollari a parità di potere d’acquisto, il 18esimo sui 36 Paesi Ocse dove la media è di 53.800 dollari, superiore a quello
degli Usa (59.500 dollari), ma di gran lunga inferiore a quello della Svizzera, prima con 82.200 dollari, davanti alla Germania
(80.300 dlr) e al Belgio (79.300). La Francia è ottava con 70.100 dollari, davanti a Svezia e Irlanda e il Regno Unito (cuneo
fiscale al 30,9%) 13esimo con 63.300 dollari. Ultimo il Messico con 14.600 dollari.
Il salario medio italiano è il 19esimo nell'Ocse
Tornando all’Italia, in base al rapporto dell'Ocse, il salario lordo, cioè quello che si vede in busta paga (e non include
in questo caso i contributi pagati dal datore di lavoro), per un lavoratore single è in media di 45.300 dollari, il 19esimo
nell’Ocse, inferiore a tutti i maggiori Paesi dell’area industrializzata, escluso il Canada (42.700 dlr) e sotto la media
Ocse, pari a 46.100 dollari. Prima è ancora la Svizzera con 77.370 dollari, davanti al Lussemburgo (68.700) e alla Germania
(67.300). Il Regno Unito è 57mila dollari, la Francia a 51.500. Sul salario lordo medio italiano pesa un prelievo complessivo
del 31,4% (21,9% imposta sui redditi e 9,5% contributi sociali), il settimo più alto dell’Ocse, contro una media del 25,5%.
Questo vuol dire che il salario netto effettivamente incassato dal lavoratore single italiano è pari al 68,6% del lordo contro
una media Ocse del 74,5%. Nel caso della famiglia monoreddito con due figli, il cuneo fiscale nel 2018 è aumentato di 0,53
punti rispetto al 2017. Gli assegni famigliari ed altre agevolazioni riducono il cuneo della famiglia di 8,8 punti rispetto
al single, meno della media Ocse che è di 9,5 punti. Il prelievo complessivo sul salario lordo (tasse più contributi a carico
del lavoratore), includendo però i benefit legati ai figli, per la famiglia monoreddito è pari al 19,9%, il nono più alto
dell’Ocse contro una media del 14,2%. Se in famiglia gli stipendi sono due, il cuneo fiscale in Italia è del 41,7%, il quarto
più alto dell’Ocse (contro una media del 30,8%), con un aumento di 0,32 punti sul 2017, legato per 0,26 punti a un incremento
dell’imposta sul reddito e per 0,06 punti a minori benefici cash. I guadagni salariali lordi della famiglia con 2 stipendi
e due figli, in questo caso per l’Italia sono pari a 75.600 dollari (sempre al 19esimo posto Ocse) e in coda ai big, contro
una media di 77.200 dollari. Il prelievo è del 23,3%, (imposta sui redditi 15,4% più contributi sociali 9,5%, meno 1,6% benefici
cash), sopra la media Ocse che è del 19,3%. Espresso in valuta locale, il salario lordo per il lavoratore medio in Italia
nel 2018 risulta di 31.300 euro, in progresso dello 0,4% in termini reali, a fronte tuttavia di un aumento dell’imposta sui
redditi dello 0,8%. Se si considera, invece, il salario lordo mediano, cioè il valore centrale della distribuzione salariale
che non è influenzato dai livelli più elevati, in Italia nel 2017 era di 36.400 dollari, inferiore di quasi 8.000 al salario
medio e fornisce quindi un indizio sulle disparità di reddito. Il gap è infatti maggiore dove le disparità sono più ampie,
in questo caso si tratta degli Usa (divario di 15mila dollari) e del Lussemburgo (16mila dollari). Per i salari mediani il
tasso di imposizione netto medio in Italia risulta del 25% e il cuneo fiscale medio è del 43,3%, il sesto più alto dell’Ocse,
contro una media del 34,3%. Andando a ritroso, tra il 2000, quando era del 47,1%, e il 2018 il cuneo fiscale per un lavoratore
single medio in Italia è aumentato di 0,8 punti percentuali, mentre in media nell’Ocse si è verificata una riduzione di 1,3
punti, dal 37,4% al 36,1%. In particolare dal 2009, il cuneo è aumentato di 1,1 punti, quasi il doppio rispetto alla media
Ocse che è stata di +0,6 punti.
(Il Sole 24 Ore Radiocor )
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