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Padula (Covip): «Per le spese c’è un ampio margine di riduzione»

Mario Padula, presidente Covip (Imagoeconomica)
Mario Padula, presidente Covip (Imagoeconomica)

«Nel confronto internazionale i costi del secondo pilastro sono bassi, ma sono mediamente più elevati quelli dei prodotti di terzo pilastro. Per questi esiste un margine, talvolta ampio, di riduzione». Mario Padula è il presidente della Covip dal maggio del 2016 e sottolinea il lavoro svolto in questi anni dalla commissione per riequilibrare il sistema. «Sul sito della Covip abbiamo messo a disposizione un comparatore dei costi particolarmente utile per chi vuole aderire a un fondo pensione e per chi si interroga sulla possibilità di trasferirsi da un fondo pensione ad un altro. È bene ricordare che differenze anche ridotte nei costi, se cumulate su un intera vita contributiva, possono tradursi in differenze sostanziose nelle prestazioni.

Perché è importante imparare ad usarlo?

È uno strumento semplice e intuitivo ma è fondamentale dal punto di vista dell'educazione previdenziale e più in generale della crescita della consapevolezza sui temi previdenziali. Inoltre, facilita il corretto dispiegamento delle dinamiche concorrenziali tra prodotti previdenziali alternativi.

In Italia c’ è un’originale concorrenza di strumenti individuali ...

In molti altri paesi questo non avviene: in genere il primo e a volte anche il secondo pilastro sono obbligatori, mentre strumenti di mercato sono facoltativi e servono a completare esigenze specifiche aggiuntive. Non è sorprendente che strumenti di mercato abbiano oneri differenti rispetto a quelli negoziali o collettivi, che non hanno scopo di lucro e alla cui adesione concorre anche il contributo datoriale. Inoltre, gli oneri dei prodotti di mercato vanno a remunerare le reti distributive, un costo che i fondi negoziali non sostengono. In ogni caso, le recenti novità normative europee possono contribuire a cambiare questo quadro.

Cosa cambierà con l’arrivo dei Pepp ?

Si creerà una concorrenza positiva tra strumenti e non è detto che l’industria italiana non ne possa beneficiare all'estero: i Pepp ricalcano i prodotti individuali italiani e potranno essere distribuiti tramite il canale telematico. Rimane tuttavia aperta la questione fiscale, sulla quale il Regolamento Pepp non può intervenire. Si tratterà di capire quale sarà il regime fiscale dei contributi ai Pepp e anche riflettere sull'opportunità di intervenire sul regime fiscale dei rendimenti che in Italia non sono esenti, a differenza di quanto accade in molti altri Stati membri.

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