Sale a 1,2 miliardi di euro la sanzione che le Autorità statunitensi hanno comminato al gruppo UniCredit per aver effettuato transazioni con l’Iran, paese sottoposto a sanzioni. Il conto si fa dunque più salato della attese, visto che fino ad oggi le stime parlavano di una transazione vicina agli 800 milioni di euro.
Tuttavia, l’ammontare oggetto dell'accordo transattivo - spiega la banca - porterà ad una liberazione delle risorse accantonate
nel primo trimestre del 2019 a livello di gruppo, con un impatto positivo sul conto economico, al netto
delle tasse, pari a circa 300 milioni di euro e avrà un'ulteriore impatto positivo sul ratio Cet1 pari a circa +8,5 punti
base.
Il board della Federal Reserve ha annunciato di avere multato la banca italiana e due sussidiarie 158 milioni di dollari per «pratiche non sicure legate a controlli inadeguati sul [rispetto delle] sanzioni e a una supervisione inadeguata delle sue sussidiarie».
La banca centrale Usa chiede anche a UniCredit di «migliorare il suo programma di compliance delle sanzioni, inclusa l'adozione di procedure per risolvere le vulnerabilità specifiche identificate dal board». Il dipartimento americano del Tesoro, in un altro comunicato, ha annunciato tre patteggiamenti separati da 611 milioni di dollari con UniCredit in Germania, Austria e Italia. «I patteggiamenti - si legge - risolvono le inchieste sulle violazioni apparenti di vari programmi di sanzioni Usa, inclusi quelli legati alla proliferazione di armi di distruzione di massa e al terrorismo globale, nei seguenti Paesi: Myanmar, Cuba, Iran, Libia, Sudan e Siria».
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