Sale il tasso di occupazione nell’area Ocse, mentre in Italia resta fermo, dieci punti percentuali sotto la media dei Paesi industrializzati. Nel quarto trimestre del 2018 – ha reso noto l’Ocse – l’occupazione nei 36 Paesi aderenti all’Organizzazione è aumentata di 0,1 punti al 68,6% e il numero totale di occupati è di 571 milioni di persone. In Italia il tasso è, invece, rimasto al 58,6%, come nel terzo trimestre ed è il terzultimo tra i Paesi avanzati, migliore solo dei livelli registrati in Grecia 55,6% (+0,4 punti) e Turchia (51,5%, -0,6 punti). La Penisola, che alla fine del 2018 contava complessivamente 22,58 milioni di occupati, è inoltre di gran lunga il fanalino di coda del G7, che ha un’occupazione media del 71,6% (+0,2 punti). Qualche incremento è stato segnato da donne e giovani, ma anche in questi casi l’Italia è nettamente in coda rispetto ai maggiori Paesi. Nel quarto trimestre l'area euro - indica inoltre l'Ocse - nel suo insieme ha segnato un aumento dell’occupazione al 67,6% (+0,2 punti, occupati complessivi
a 147,5 milioni), sulla spinta in particolare della crescita in Estonia (al 75,8%, +1,1 p), Lussemburgo (67,9%, +1 p), Finlandia (72,7%, +0,6) e Slovenia (71,9%, +0,6%). Tasso di lavoro in progresso di 0,2 punti, poi, sia in Germania (al 76,3%, a un totale di 40,7 milioni di occupati), sia in Francia (al 65,6%, con 26,8 milioni di occupati). In calo, invece, la Lettonia (-0,6 punti al 71,9%), la Lituania (-0,6 al 72,9%) e il Portogallo (-0,1 al 69,9%). Al di fuori dell’area euro - indica inoltre l'Ocse - l’occupazione è in crescita di 0,4 punti nel Regno Unito (al 74,9%, a un totale di 31,2 mln di occupati) e di 0,3 punti negli Usa (al 71%, 146,7 mln occupati), Giappone (77,3%, 58 mln), Canada (al 74,1%, 17,9 mln), Svezia (al 77,9%), Norvegia (al 75,1%), Ungheria (69,5%) e Repubblica Ceca (75,2%). La Nuova Zelanda ha, invece, accusato una flessione di 1 punto al 76,9%. Su base annuale il tasso di occupazione nell’Ocse è in crescita di 0,6 punti e riflette principalmente l’aumento del tasso di partecipazione al lavoro e in misura minore una riduzione dei livelli di disoccupazione. Nell’area euro, l’incremento su base annua è di 0,8 punti ed è legato soprattutto alla minore disoccupazione, ma con ampie variazioni tra i Paesi. L’Italia su base annua registra un miglioramento dell’occupazione di 0,4 punti, derivante in pari misura sia dalla riduzione della disoccupazione (10,7%) che dall’aumento della partecipazione alla forza lavoro (65,6%). Il tasso di occupazione femminile nell’Ocse – emerge poi dai dati diffusi dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - nel quarto trimestre è migliorato di 0,2 punti al 61,2%, mentre quello maschile è salito di 0,1 al 76,1%. L’area euro registra tassi al 62,5% (+0,2 punti) e al 72,8% (+0,2) rispettivamente e il G7 è al 66,4% (+0,3) e 76,9% (+0,2). In Italia il tasso di occupazione femminile è aumentato di 0,1 punti al 49,6% (quartultimo posto, migliore solo di Turchia, Messico e Grecia), mentre quello maschile è calato di 0,1 punti al 67,7%. In Germania il tasso di occupazione femminile è al 72,5% e in Francia al 62,5%. Quanto all’evoluzione per fasce di età, nel quarto trimestre l'occupazione dei giovani tra 15 e 24 anni nell’Ocse risulta in media del 42%, in progresso di 0,2 punti rispetto al terzo trimestre, a fronte del 78,6% (+0,1) nella fascia 25-54 anni e del 61,7% (+0,2) tra i 55 e 64enni. Nell’area euro il tasso di lavoro tra i giovani è pari a 33,6%, con un miglioramento di 0,3 punti e nel G7 è del 45,9% (+0,4 punti). In Italia è salito di 0,4 punti al 17,8%, ma resta al penultimo posto dell’Ocse. Solo la Grecia (14%) fa peggio.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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