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BioinItaly, le startup della circular economy italiana incontrano gli investitori

Dalla “carne coltivata” senza allevamento di animali a nuovi modelli di organoidi per la cura del cancro, dalla pelle prodotta dagli scarti di attività agro-industriali e dai funghi a nuovi agenti di contrasto che rendano migliore e più sicura la risonanza magnetica. Le declinazioni dell’innovazione delle startup italiane in ambito circular bioeconomy e scienze della vita hanno incontrato gli investitori italiani e internazionali in occasione della nuova edizione di «BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative», ctenutasi la scorsa settimana a Milano.

L'evento, giunto alla XII edizione, è organizzato da Assobiotec (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica), Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cluster Nazionale della Chimica Verde Spring. L'obiettivo è fare incontrare imprese e progetti innovativi alla ricerca di capitali con gli investitori finanziari e corporate di tutto il mondo. Un’occasione che si è concretizzata dalla prima edizione del 2008 per investimenti complessivi di oltre 54 milioni di euro di investimenti in 24 startup innovative. Non solo. Il progetto ha, inoltre, selezionato e formato in questi anni più di 140 startup finaliste, portandole all’incontro con 1.800 aziende, investitori e attori dell'ecosistema.

«Oggi BioInItaly rappresenta un riferimento per l’incontro tra il mondo delle startup e gli investitori. Sulla base di questo crescente interesse è sempre più necessario insistere per creare un ambiente favorevole allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione biotecnologica in Italia. Dobbiamo continuare a investire sulla crescita imprenditoriale dei nostri ricercatori e sulle competenze di trasferimento tecnologico» ha commentato Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec-Federchimica, aggiungendo: « Allo stesso tempo riteniamo indispensabile mettere in atto interventi di defiscalizzazione e di semplificazione burocratica, ma anche creare incentivi all’interno delle Università per fare in modo che non ci si accontenti delle pubblicazioni, spingendo verso il brevetto e la creazione d'impresa. In questo modo il nostro Paese potrà diventare realmente competitivo a livello internazionale nel mondo della biotecnologia, mettendo a frutto l'eccellenza scientifica che risiede nei nostri centri di ricerca e contribuendo alla crescita di PIL e occupazione in Italia».

Il percorso delle startup

All’evento della scorsa settimana sono arrivate 14 startup: 6 imprese e progetti attivi nella circular bioeconomy e 8 attivi nel settore scienze della vita. Il percorso di «BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative» è iniziato, però, molto prima: nel mese di gennaio un road show nazionale, che ha toccato in ordine cronologico le sette tappe di Torino, Milano, Trento, Napoli, Roma, Padova, Bologna, rha raccolto un centinaio di progetti e candidature. Nei due mesi successivi, poi, le protagoniste sono state circa 40 realtà selezionate, attraverso un percorso formativo tenutosi all’Intesa Sanpaolo Innovation Center con Bill Barber, responsabile accelerazione e crescita delle Startup, nella sede di Torino e al Circular Economy Lab di Milano. A conclusione del percorso formativo, lo scorso 4 aprile, infine le startup sono state chiamate a simulare la propria presentazione nel deal-line up di fronte a una platea di panelist selezionati fra investitori finanziari, esperti di settore e manager di impresa.

«La bioeconomia in Italia coinvolge 2 milioni di occupati e registra un valore della produzione di 328 miliardi di euro, con un peso crescente sul totale delle attività economiche del Paese, pari a circa il 10,1% nel 2017. Sono numeri che ci pongono al secondo posto in Europa dopo la Spagna in un settore nel quale l'adozione della circular economy è di cruciale importanza» commenta Maurizio Montagnese, presidente Intesa Sanpaolo Innovation Center, proseguendo: «Intesa Sanpaolo, grazie alla consulenza del Circular Economy Lab del nostro Innovation Center, accompagna la transizione delle imprese verso questo nuovo modello produttivo che, oltre a creare sviluppo e occupazione, consente di evolvere verso tecnologie più avanzate e cogliere nuove opportunità per una crescita più responsabile. Proprio in questa direzione va il plafond fino a 5 miliardi di euro stanziato dalla Banca per il periodo 2018-2021 con l'impegno di sostenere le aziende, anche di piccole dimensioni, che adottano il modello circolare con una forte carica innovativa.».

«Le startup sono la linfa vitale della bioeconomia circolare. Iniziative come BioInItaly, di cui siamo fieri di essere partner da quest'anno, sono essenziali per supportare la loro crescita e favorire la loro capacità di competere nei mercati internazionali» dichiara Giulia Gregori, segretario generale del Cluster della Chimica Verde SPRING, proseguendo: «Uno degli obiettivi fondativi del nostro cluster è la creazione di un contesto economico, sociale e culturale che guidi la ricerca scientifica nella sua applicazione imprenditoriale, industriale e commerciale. Spring crede fortemente, in totale accordo con la Strategia italiana sulla bioeconomia e con la Strategia europea aggiornata a ottobre 2018, che il tema del trasferimento tecnologico e dello scale-up industriale sia centrale per attuare la transizione verso un'economia basata su materie prime rinnovabili e sull'efficienza delle risorse».

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