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Generali, conferma per Donnet e Galateri. «Il dividendo salirà ma con meno pay-out»

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Presente il 55,8% del capitale (un record), di cui circa un 21,7% in capo a investitori istituzionali, ha preso il via a Trieste l’assemblea dei soci Generali per l’approvazione del bilancio 2018 e il rinnovo del consiglio di amministrazione, che ha portato di fatto a una conferma dell’assetto di vertice attuale.

Il nuovo Cda si presenta in linea con il precedente, salvo l'uscita di Ornella Barra, «impegnata» in diversi progetti che le hanno impedito di proseguire con il Leone e l'arrivo di Antonella Mei-Pochtler. La lista presentata da Mediobanca conferma, oltre al presidente Gabriele Galateri e all'amministratore delegato Philippe Donnet, anche i vicepresidenti Francesco Gaetano Caltagirone (vicario), e Clemente Rebecchini, insieme ai consiglieri Romolo Bardin, Lorenzo Pellicioli, Sabrina Pucci, Alberta Figari, Diva Moriani e Paolo Di Benedetto. Per Assogestioni, in rappresentanza dei fondi, sono stati eletti Roberto Perotti e Ines Maria Lina Mazzilli.

«Il 2018 è stato un anno impegnativo e positivo», ha dichiarato il ceo di gruppo, Philippe Donnet, entrando in assise. Il manager, nell’aprire i lavori, ha ricordato i risultati raggiunti con il vecchio piano e soprattutto le sfide contenute nel nuovo business plan che punta a trasformare la compagnia «in un partner di vita».

Una storia, ha sottolineato il ceo, che «ha riscosso grande interesse sul mercato, che già negli anni scorsi ha dimostrato di apprezzare la nostra trasformazione industriale». In proposito ha sottolineato che il titolo viaggia da qualche seduta sopra i 17 euro per azione e il valore è frutto proprio dell’apprezzamento registrato dalle quotazioni a valle dell’investor day del novembre scorso a cui si somma il contributo dell’aggiornamento delle linee guida presentate nel 2016: «Da allora ad oggi il titolo ha guadagnato oltre il 48% (+18% lo stoxx europeo di settore) e dal nuovo piano annunciato lo scorso novembre oltre il 22% (contro il +12%). E con Generali 2021 possiamo fare ancora meglio» .

In precedenza il presidente Gabriele Galateri di Genola aveva sottolineato che «la nave di Generali negli ultimi anni ha avuto bisogno di una manutenzione straordinaria e di rinnovamento, eseguita con disciplina e rigore nonostante il contesto complesso. Il risultato è un vascello più solido, veloce e moderno». Un vascello ha proseguito il numero uno «che può contare su un equipaggio competente e affiatato, guidato da un team di ufficiali di bordo coeso e ambizioso e sostenuto da armatori - voi soci e investitori - che siete capaci di vedere e sostenere i promettenti orizzonti che la nave si appresta a solcare».

Lo farà sulla scorta di risultati che nel passato esercizio hanno mostrato una crescita dei profitti operativi del 3% a 4,8 miliardi mentre l’utile netto si è attestato a 2,3 miliardi (+9,4%), a fronte di un combined ratio del 93% e un indicatore di Solvency II al 216%. Numeri che porteranno alla distribuzione di una cedola di 0,9 euro a titolo (+5,9%).

«Vogliamo fare crescere il dividendo così come l'utile - ha commentato Donnet - ma in modo sostenibile cioè senza esagerare sul pay out, che dovrà restare tra il 55% e il 65%». Donnet ha sottolineato che nei prossimi anni la cosa ideale sarebbe «aumentare il dividendo, riducendo il pay out». Interpellato poi sul possibile andamento del titolo nei prossimi anni, il manager ha chiarito: «Non so cosa succederà nei prossimi anni, ma la priorità è fare crescere l'utile per azione, in un contesto normale salirà anche il titolo» in Borsa.

Il ceo ha anche risposto alle domande dei soci su eventuali operazioni straordinarie nell'ambito dell’attuale piano strategico. «Abbiamo un quadro strategico e finanziario e abbiamo la cassa per realizzare eventuali acquisizioni», ha detto. «Consideriamo eventuali acquisizioni perché vogliamo rafforzare la nostra leadership in Europa, dove sono convinto ci saranno opportunità, che guarderemo con disciplina strategica», ha aggiuto il manager, precisando che le eventuali operazioni verranno considerate se creeranno valore per i soci dal punto di vista finanziario e strategico. Nessuna cessione, invece, sul tavolo - ha anche dichiarato Donnet - facendo notare che il programma di ottimizzazione geografica del perimetro è stato completato, oltre alla vendita di Generali Leben (in Germania) «che non era in questa lista ma aveva bassa redditività ed eccessivo assorbimento di capitale».


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