L'amministratore delegato di UniCredit, Jean Pierre Mustier, incassa «il miglior primo trimestre degli ultimi dieci anni» e respinge con decisione l'idea che il gruppo, dopo la vendita del 17% di Fineco, si stia disimpegnando dall'Italia. «Il nostro impegno in Italia non è mai stato più forte - ha replicato ai giornalisti - Abbiamo aumentato i prestiti a clienti italiani del 4,4% rispetto allo scorso anno». La stessa cessione di Fineco, secondo Mustier, non rappresenta un cambio di strategia, ma solo «un aggiustamento»: «Abbiamo detto in passato che siamo presenti in 14 Paesi e che volevamo mantenere il perimetro. La cessione di Fineco non cambia niente per quanto riguarda la nostra presenza in alcun Paese e sicuramente non in Italia». UniCredit, ha concluso Mustier, «è molto orgogliosa di essere una banca europea con sede in Italia e quotata in Italia».
Per quanto riguarda i risultati di bilancio, il gruppo ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 1,39 miliardi, in rialzo del 24,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Il risultato è superiore agli 1,19 miliardi previsti dal consensus degli analisti, anche se è influenzato da poste non ricorrenti legate a cessioni immobiliari (258 milioni) e al rilascio di accantonamenti per la liquidazione delle sanzioni Usa (320 milioni). L'utile rettificato escludendo le vendite di immobili è quindi in crescita dell'1,5% annuo a 1,1 miliardi. Il margine di intermediazione è sceso del 3% a 4,95 miliardi (4,9 la previsione del consensus), con interessi netti a 2,65 miliardi (+0,7%, 2,68 il consensus) e commissioni nette a 1,66 miliardi (-5,3%, 1,68 la previsione). Il calo del 4,2% a 2,6 miliardi i costi operativi, per un rapprto cost/income sceso al 52,8%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è al 12,25%.
«Miglior primo trimestre da 10 anni, confermati i target»
«Giunti all'ultimo tratto del piano Transform 2019, sono molto soddisfatto della performance di UniCredit in questo inizio
d'anno - ha chiosato Mustier - Per la seconda volta di seguito, si è trattato del migliore primo trimestre dell'ultimo decennio,
a riprova del successo del nostro attuale piano strategico e del fatto che siamo sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi
di Transform 2019, che sono tutti confermati, entro la fine di quest'anno». In particolare, UniCredit conferma per fine 2019
gli obiettivi di ricavi a 19,8 miliardi, costi a 10,4 miliardi, utile netto a 4,7 miliardi e Cet1 tra il 12% e il 12,5% (migliorando
la guidance sul secondo trimestre, ora superiore al 12% dal precedente 11,7%). Ribadito anche l'obiettivo di payout al 30%.
Alla fine del primo trimestre, inoltre, UniCredit ha realizzato il 95% delle chiusure di filiali previste dal piano entro
fine anno e il 104% della riduzione di personale stimata. Nel dettaglio, il gruppo ha chiuso complessivamente 901 filiali,
di cui 20 nel primo trimestre, e ridotto il personale di 14.720 unità (di cui 555 nel primo trimestre).
Su Italia 52% esposizione sovrana. Ora riduzione graduale, no vendita BTp
Il gruppo ha anche presentato in dettaglio la sua esposizione al debito sovrano. Il valore di bilancio complessivo è di 112,9
miliardi, di cui il 90% concentrato su otto Paesi tra cui l'Italia. Il nostro Paese, con 58,7 miliardi di esposizione (54
al netto di Fineco), rappresenta il 52% del totale e circa il 7% del totale attivo del gruppo. Seguono la Spagna con 14 miliardi,
la Germania con 11,1, l'Austria con 6,3, il Giappone con 5,9, l'Ungheria con 1,96, la Romania con 1,94 e la Bulgaria con 1,6.
«Siamo la banca con l'esposizione maggiore» sui BTp, «sia in termini assoluti che relativi. Vogliamo tornare in linea con
i nostri pari», ha sottolineato Mustier. In ogni caso, UniCredit non venderà BTp, ma lascerà «il portafoglio ridursi gradualmente»a
scadenza.
Sul fronte del derisking, d'altra parte, nel primo trimestre l'istituto ha visto un ulteriore calo delle esposizioni creditizie deteriorate lorde a 37,6 miliardi dai 38,2 del quarto trimestre 2018. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti e' diminuito di 1,9 punti percentuali su base annua al 7,6%, con un tasso di copertura del 61,8%. Mustier ha annunciato che il gruppo realizzerà «altre vendite di Npl nel corso del 2019», così che lo smaltimento dei crediti deteriorati della bad bank interna «batterà significativamente il target 2019 di 14,9 miliardi» di stock residuo «e sarà più vicina a 10 miliardi».
M&A internazionale? No comment, ma molto difficile da realizzare
Mustier ha infine ribadito la propria posizione sul tema delle fusioni internazionali in Europa, in particolare alla luce
delle indiscrezioni che parlano di un interesse di Unicredit per Commerzbank. «Non commentiamo mai rumors e speculazioni -
ha ricordato - ma ritengo che le fusioni e in particolare le fusioni transfrontaliere siano molto difficili da realizzare».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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