Il 10 maggio è stato il gran giorno della quotazione in Borsa di Uber, l’azienda nata nel 2009 a San Francisco che in pochi
anni ha cambiato la mobilità urbana di centinaia di città, scontrandosi con le normative vigenti e con i tassisti - in Italia
per questo è stata esclusa per alcuni dei servizi principali dal 2014-5 - per poi cambiare ceo e strategia estendendosi oltre le auto con il food, la logistica, le bici e i monopattini elettrici. Nel giorno del debutto, Uber soffre. La società ha aperto le contrattazioni a 42 dollari, ben al di sotto del prezzo di collocamento
di 45 dollari per azione, un debutto non certo brillante, per chiudere a 41,57 dollari in calo del 7,62%.
Uber ha venduto 180 milioni di titoli al prezzo di collocamento raccogliendo 8,1 miliardi di dollari e raggiungendo una valutazione
di 75 miliardi circa, nettamente inferiore ai 120 miliardi a cui aveva puntato lo scorso anno.
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Le più grandi Ipo della storia
Come si può vedere dal grafico sopra, l'Ipo di Uber è comunque la 14esima più grande al mondo e la più grande per un'azienda
tech statunitense da quella del 2012 di Facebook (dati Renaissance Capital, classifica per raccolta). La più grande è stata
Alibaba nel 2014 a New York: il prezzo delle azioni fu fissato a 68 dollari per una raccolta di oltre 21 miliardi di dollari,
oggi quota intorno ai 180 dollari. La seconda Softbank, il fondo giapponese che peraltro è il primo investitore in Uber, con una quota del 16,3%. Per questo dopo che è stato comunicato il pricing il titolo ha sofferto in Borsa, per la delusione
rispetto all’ipotizzata valutazione più generosa.
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Il modello di business di Uber
Uber sta allargando la sua offerta: oltre ai trasporti e il cibo a domicilio, si sta allargando alla logistica, bici e monopattini
elettrici e auto che si guidano da sole. Ancora però non è profittevole, ragione per cui la valutazione è meno stellare di
quanto si pensasse. Nel 2018 le perdite sono calate del 16% a 1,8 miliardi di dollari, cessioni escluse. I ricavi sono cresciuti
del 43% a 11,4 miliardi di dollari. Il ritmo di crescita è in calo: nel 2017 erano più che raddoppiati. Come molte aziende
tech, Uber nel comunicare i risultati valorizza molto il numero di utenti. Nel 2018 erano 91 milioni in 63 Paesi.
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