Fca ha ritirato l’offerta di fusione avanzata a Renault. Dopo che per due volte il consiglio di amministrazione del gruppo automobilistico francese non è stato in grado di rispondere a Fiat Chrysler Automobiles, il gruppo guidato da John Elkann e dal ceo Mike Manley, come confermato ufficialmente dalla società, ha deciso di non procedere con il progetto.
Il 27 maggio scorso, Fca ha presentato una proposta di fusione 50-50 al Gruppo Renault, per la nascita del terzo produttore al mondo di auto di 8,7 milioni di vetture l’anno e un fatturato di circa 170 miliardi di euro (secondo i risultati 2018). La proposta prevede 5 miliardi di euro di sinergie e la creazione di una capogruppo olandese quotata a Milano, Parigi e New York, partecipata dagli attuali azionisti di Fca e Renault in modo paritetico.
Nonostante una “intesa di massima” tra le parti fosse data per raggiunta in merito alle condizioni poste dallo Stato francese (azionista di Renault al 15%), il cda ha sposato la linea del ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, che nella giornata di mercoledì ha chiesto di non avere fretta nel chiudere, ribadendo la sua volontà di tutelare l'industria francese e il gruppo automobilistico d'Oltralpe.
In una nota, dopo il primo rinvio di martedì, Renault ha fatto sapere che il board «non è stato in grado di prendere una decisione a causa della richiesta manifestata dai rappresentanti dello Stato francese di posticipare il voto a un altro consiglio».
Il ministro Le Maire, mercoledì era intervenuto di nuovo sul caso, ribadendo l'interesse per l'operazione ma chiedendo di non avere fretta di chiudere e sottolineando ancora che ci sono condizioni da rispettare, nell'interesse di Renault e della Francia. Da Oltralpe si sono alzate diverse voci scettiche, partendo dai sindacati dei lavoratori di Renault, che hanno parlato di uno «squilibrio» in favore di Fca, al fondo francese Ciam, azionista di Renault, che ha inviato una lettera al cda parlando di operazione «opportunistica» da parte di Fca, la cui offerta non riconoscerebbe il giusto valore alle attività industriali di Renault e chiedendo un dividendo straordinario per gli azionisti del gruppo francese.
Sullo sfondo il nodo Nissan. Renault ha il 43,4% della casa giapponese con la quale è legata (insieme a Mitsubishi) da una Alleanza strategica. Nissan ha a sua volta il 15% di Renault (ma senza diritti di voto) e due consiglieri nel cda della casa francese, di cui era attesa l’astensione sul voto relativo al dossier Fca, quando il ceo di Nissan, Hiroto Saikawa, aveva lasciato la porta aperta al progetto di fusione Fca-Renault, chiedendo però la revisione completa dei termini dell'Alleanza se questa fosse arrivata in porto.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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