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Vedi altroIl management di Poste Italiane avrebbe fatto troppe «pressioni commerciali» sulla rete dei consulenti, sia interni che promotori, per vendere prodotti finanziari e assicurativi. Èquanto denuncia una lettera sottoscritta da tutte le sigle sindacali del settore postale (Slp Cisl, Slc Cgil, UilPoste Uil, Failp Cisal, Confsal Com, Fnc Ugl Com.Ni) indirizzata alle prime linee della società e in particolare ad Andrea Novelli, nuovo responsabile della direzione Mercati Privati dallo scorso primo aprile. Nella missiva, datata 29 maggio e finita nei giorni scorsi su vari siti web, si denuncia «un grave disallineamento delle operatività delle funzioni commerciali della divisione Mercati Privati rispetto alle intese intercorse a livello centrale» che avevano previsto «specifici impegni che si sono rivelati nel tempo privi di sostanza per le inadempienze aziendali». Tra i «principi disattesi», secondo le organizzazioni sindacali ci sarebbe anche la delibera Consob 20307 dello scorso anno, con la quale sono stati recepiti i dettami della direttiva Mifid II in materia di consulenza finanziaria e tutela degli investitori.
«Per quanto attiene le recenti campagne commerciali », si legge, i lavoratori «denunciano atteggiamenti vessatori nei confronti degli addetti». E ancora: «negli ultimi giorni viene richiesta la comunicazione da parte dei consulenti delle previsioni di vendita di prodotti finanziari relativamente alla prima settimana di giugno, con indicazione precisa dei clienti che sottoscriveranno tali prodotti».
Il punto di caduta della missiva, in verità, è un incontro - probabilmente il primo - che i sindacati avranno con il nuovo responsabile Novelli il 12 giugno e non è da escludere che il tenere i toni alti rispetto alle possibili sollecitazioni per migliorare l’efficienza della rete di vendita possa far parte di una linea negoziale al fine di ottenere vari risultati rispetto a un tavolo di confronto più ampio.
«La pressioni per spingere la vendita dei prodotti finanziari sono state denunciate dai lavoratori - spiega Nicola Di Ceglie, segretario Slc Cgil -. Del resto sono fenomeni che vengono riscontrati anche in altre realtà aziendali con reti di vendita di questi prodotti. Tanto è vero che come Cgil abbiamo aperto un Osservatorio sulle pressioni commerciali coinvolgendo 5 mila lavoratori che hanno compilato appositi questionari. Nel caso di Poste ci sono consulenti che chiedono il demansionamento per tornare allo sportello pur di non essere sottoposti a questa pressione».
Poste Italiane sta assumendo 500 nuove figure professionali specializzate per questo tipo di attività. È probabile che la situazione di disagio sia avvertita in maniera più forte da dipendenti che hanno cambiato mansione, passando ad esempio dal settore recapiti con un apposito percorso formativo per approdare al settore finanziario.
La società non ha voluto commentare comunque la missiva. Probabilmente viene ritenuta un atto che fa parte della dialettica tra l’azienda e le organizzazione dei lavoratori.
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