La notizia della possibile procedura di infrazione Ue contro l’Italia sul debito ha un’impatto immediato e pesante sulle quotazioni dei nostri titoli di Stato. Il rendimento dei BTp a 10 anni è balzato di 10 punti base oltre quota 2,6% dal 2,5% dell’apertura. Una fiammata che ha contribuito al balzo dello spread Bund-BTp volato oltre quota 280 punti base. I rendimenti dei titoli di Stato italiani sono in forte rialzo su tutte le scadenze. Sui titolo quinquennale, ad esempio, i tassi sono tornati ad attestarsi oltre il 2,8 per cento. Bene 10 punti in più degli analoghi titoli della Grecia.
La tensione sui nostri titoli di Stato, amplificata dall’attività frenetica sul mercato dei futures, si scarica anche sul mercato dei credit default swap. Le quotazioni dei derivati che funzionano come una polizza di assicurazione in caso di insolvenza si sono impennati fino a quota 228 punti base. Questo significa che un investitore che voglia coprirsi dal rischio di insolvenza sul nostro debito pubblico oggi deve investire il 2,28% della sua esposizione. Per coprirsi da un rischio analogo nel caso della Grecia bisogna pagare poco di più: il 2,98 per cento.
«Da qui alla fine dell'anno - segnala in una nota l’asset manager Notz Stucki - scadrà un ammontare di titoli di Stato italiani pari a circa 233 miliardi di cui ben 95 tra settembre e ottobre. Se i tassi di interesse richiesti dal mercato salgono, significa che i collocamenti tramite asta in quel periodo (in cui oltretutto ci sarà la scrittura della legge di bilancio) vedranno probabilmente un aumento di interessi da pagare per lo Stato italiano che vanno ad aggiungersi al debito esistente. Inoltre non gioca a favore dei BTp la possibilità che Draghi venga sostituito dal presidente della Bundesbank Weidmann. Si sa che la Germania non ha mai sposato l'idea di una banca centrale ultra-espansiva così come lo è stata sotto Draghi e un inasprimento della politica monetaria non gioverebbe di certo al debito italiano».
Le crescenti tensioni sul debito pubblico italiano per via dello scontro con la Commissione sui conti arrivano in un contesto di ben altro tenore per il mercato obbligazionario segnato da un generale calo dei rendimenti sulla scia delle recenti aperture della Federal Reserve (la banca centrale Usa) riguardo un possibile taglio dei tassi per contrastare un possibile rallentamento del ciclo nella seconda parte dell’anno. Domani è atteso un direttivo della Bce da cui ci si attende la pubblicazione dei dettagli del piano di stimoli monetari Tltro. Un piano che, in linea teorica, potrebbe favorire un allentamento della tensione sui BTp. Il peggioramento del contesto politico rischia tuttavia di pregiudicare tutto.
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