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Vedi altroL'assemblea degli azionisti di Renault ha votato a larga maggioranza l'approvazione dei conti 2018 del gruppo automobilistico e a maggioranza ancora più larga la distribuzione di un dividendo di 3,55 euro per azione, pari a quello del 2017 (ha votato a favore il 99,75% dei presenti). Nonostante i risultati 2018 del gruppo siano stati in calo rispetto a quelli del 2017, Renault ha deciso di mantenere agli stessi livelli la cedola grazie «alla stabilità finanziaria di cui dispone il gruppo», come ha sottolineato in assemblea il direttore finanziario, Clotilde Delbois. Con il 90,88% dei voti favorevoli dei soci presenti in assemblea, è stata inoltre ratificata la nomina a presidente del cda del gruppo di Jean-Dominique Senard.
L’intervento di Senard in assemblea
«I vantaggi dell’operazione con Fiat Chrysler sono evidenti» ma al momento la priorità e rafforzare l’asse con Nissan-Mitsubishi, ha sostenuto Senard parlando all’assemblea.
«Non so cosa ci riserverà l'avvenire, quello che posso dire è questo progetto resta nella mia mente come un tema assolutamente
notevole ed eccezionale», ha dichiarato il numero uno di Renault, dicendosi «dispiaciuto» per il voto negativo dello Stato
francese rispetto alla fusione durante l'ultimo cda del gruppo a Boulogne-Billancourt.
Secondo il presidente la fusione con Fca sarebbe stata un successo. «È vero - ha risposto alle domande degli azionisti in
assemblea - molte fusioni, a volte dettate dall'ego, non funzionano, incluso nel settore automobilistico, riconosco che alcune
non sono state gloriose. Ma in questo caso, voglio dirvi, con la mia esperienza industriale, che so benissimo ciò che si doveva
o non si doveva fare. So che questo genere di operazioni possono realizzarsi quando le questioni culturali sono facili. E
in questo caso c'erano tutte le condizioni per questo legame culturale. Lo hanno dimostrato i legami di tutte le nostre equipe
rispettive» durante il negoziato. «Ne ho la certezza, in quel progetto c'era
una reale potenziale di successo», ha insistito Sénard, aggiungendo che «per la prima volta si sarebbe creato un insieme su
base europea, un campione europeo. Un esempio perfetto per dimostrare che siamo in grado di fare insieme».
La rivelazione sulle pressioni di Le Maire
Senard ha ribadito che di fronte allo “tsunami” che il settore auto si troverà ad affrontare nei prossimi anni, con l'emergere
della forza delle case cinesi, «dobbiamo fare l'unica cosa che c'è da fare, essere abbastanza forti da resistere» e questo
può essere possibile attraverso «una integrazione equilibrata». Il presidente della Renault ha poi rivelato che nei mesi
scorsi «il ministro dell'Economia e delle Finanze (Bruno Le Maire) mi ha suggerito di prendere contatto con Fca» e «io l'ho
fatto: abbiamo iniziato un lavoro proficuo e abbiamo realizzato che c'erano aspetti interessanti per Renault e l'Alleanza,
che per me sono inseparabili».
Come sia andata ormai è noto: Renault aveva presentato una proposta di fusione con Fiat Chrysler. Ma il presidente di Fca John Elkann ha ritirato l'offerta dopo che lo stato francese, il maggiore azionista di Renault con il 15%, ha bloccato il voto del consiglio di amministrazione del 5 giugno e ha chiesto più tempo per ottenere l'approvazione di Nissan.
L’incontro (fallito) con Macron
Senard, la cui offerta di fusione con Fiat Chrysler per le riserve di Nissan è stata scartata proprio dal ministro delle
finanze Le Maire, ha cercato senza successo un incontro con il presidente Macron per ottenere il suo sostegno, hanno dichiarato
a Reuters quattro fonti governative e aziendali.
«Questa è un'assemblea un po’ particolare per me, è la prima da presidente del cda» di Renault e «la prima da presidente dell'Alleanza» con Nissan e Mitsubishi, ha aggiunto Senard, aprendo l'assemblea degli azionisti della casa francese, sottolineando che «oggi l'Alleanza è e deve restare un motore di sviluppo».
«Non ci sarà la riuscita del gruppo Renault senza la riuscita dell'Alleanza» con Nissan e Mitsubishi, ha aggiunto. Senard
ha parlato di una «nuova partenza» per l'Alleanza, aggiungendo che è in corso un «restauro di una Alleanza forte» in cui si
sta ristabilendo «un clima di fiducia reciproca e di rispetto». Il presidente ha precisato che ci sono «gesti e impegni da
una parte e dall'altra», e che «la fiducia si guadagna non si ottiene».
Tornando al fallito incontro con Macron, alcuni giorni dopo, Senard ha promesso di bloccare le riforme di governance introdotte da Nissan dopo lo scandalo Ghosn a meno che Renault non ottenga più seggi nei nuovi comitati di gestione dell'azienda giapponese. Le fonti di Reuters affermano
che l'esasperazione di Senard si è aggravata quando Le Maire, cercando di allentare le tensioni a margine di una riunione
del G20 nel fine settimana in Giappone, ha discusso pubblicamente un possibile taglio alla partecipazione francese del 15%
di Renault o persino alla holding Renault Nissan. «Non c'è nessun incontro con Senard all'ordine del giorno del presidente»,
ha detto mercoledì un funzionario dell'Eliseo.
Renault ha rifiutato di commentare. Fonti vicine a Senard hanno minimizzato la richiesta di incontro respinte. Senard e Macron «comunicano regolarmente via SMS», ha detto una fonte.
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I rapporti con Nissan
Il rapporti tra il Ceo di Nissan Hiroto Saikawa e quello di Renault Thierry Bolloré non sono buoni e vengono visti come freni
all’evoluzione del sodalizio franco-nipponico, dicono i funzionari francesi e le fonti aziendali. Anche la posizione di Saikawa
appare più fragile, dopo che due importanti società di consulenza in materia di investimenti hanno raccomandato di votare
contro la sua riconferma al raduno degli azionisti della casa automobilistica giapponese il 25 giugno.
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