New York - I riflettori sono forse puntati su Wall Street, dove l'indice S&P 500 ha fatto segnare nelle ultime ore nuovi massimi storici scommettendo che la Federal Reserve saprà soccorrere in modo decisivo economia e investitori con prossimi tagli dei tassi di interesse. Ma e' il rally globale dei bond a essere diventato il segno più consistente e rilevatore del complesso clima attuale: delle accresciute preoccupazioni sulla crescita e d'una imminente risposta delle banche centrali a base di nuovi cicli di allentamenti di politica monetaria. Un rally che ha trovato a sua volta adesso l'epicentro proprio negli Stati Uniti, nei titoli del Tesoro americano. I titoli a dieci anni hanno visto ieri i prezzi lievitare spingendo i rendimenti, che si muovono in direzione opposta, sotto il 2% - una soglia che e' stata sfondata per la prima volta dal 2016.
Non che i Treasuries, nel clima di incertezza mondiale, siano isolati. In Gran Bretagna i rendimenti dei titoli decennali sono a loro volta scivolati allo 0,808%, una corsa alimentata da valutazioni pessimistiche sull'economia di Londra alla luce delle incognite di Brexit. Gli yield dei bund tedeschi hanno chiuso al record negativo di meno 0,318 per cento. E i titoli del Tesoro italiani con simile scadenza hanno a loro volta continuato a vedere rendimenti in discesa, fino al 2,012%, il minino dal maggio dell'anno scorso.
La svolta ormai globale e sincronizzata in politica monetaria - in senso accomodante e abbandonando ogni pretesa di poter proseguire su strade di normalizzazione dopo anni di stimoli convenzionali e non soltanto parzialmente ritirati - ha agito da catalizzatore del nuovo scatto obbligazinario. Fed e Bce si avviano a imminenti stimoli: i mercati ormai scommettono su probabilita' del 100% di un taglio dei tassi interbancari al vertice di fine luglio della Fed, forse d'un aggressivo mezzo punto percentuale. E chance maggioritarie vengono date a tre tagli entro fine anno. La Banca centrale del Giappone ha a sua volta inviato segnali di via libera a cali nei rendimenti obbligazionari. L'Australia ha aperto la porta a un ulteriore allentamento di politica monetaria fin dal mese prossimo.
Risultato: in territorio negativo, oltre ai bund tedeschi e ai bond giapponesi, sono oggi tra gli altri i titoli di stato olandesi, svizzeri e danesi. E i rendimenti dei Treasuries americani arretrano marcatamente. Il “trade” sui titoli del Tesoro, in generale, e' considerato il piu' affollato in assoluto sui mercati, rivelano i piu' recenti questionari distribuiti tra 230 gestori da Bank of America Merrill Lynch.
La misura del cambiamento di tono e' data anche dalle previsioni che si moltiplicano sull'andamento dei rendimenti. Stando a sondaggi del Wall Street Journal, in gennaio il pronostico medio per i Treasuries decennali era di rendimenti al 3%, con nessuno degli analisti interpellati che vedeva yield sotto il 2,5% entro la fine dell'anno. A inizio di questo mese la previsione era gia' scesa per il decennale al 2,34 per cento. Adesso molti si spingono ben più in la' quando anticipano discese dei rendimenti: JP Morgan si aspetta l'1,75 per cento.
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