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Dagli sgabelli alle borse le mille vite del sughero riciclato

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Dagli sgabelli alle borse le mille vite del sughero riciclato

E una volta aperta la bottiglia, il tappo che fine fa? Vive mille altre vite, a giudicare dalle esperienza in corso. Che il sughero venisse raccolto e riciclato è cosa nota; quello in cui è capace di trasformarsi è ben più sorprendente.

Settecento tappi per uno sgabello

L’ultima frontiera dell’azienda vicentina Livingcap si chiama Greencorks, una linea completamente ecofriendly che utilizza solo materiale di recupero. Gli scarti diventano oggetti di arredamento e design, ad esempio sgabelli. Dal riutilizzo di 700 tappi si ottiene uno sgabello a forma a sua volta di tappo spumante; alto 45 centimetri, fissa il doppio della CO2 emessa in caso di mancato recupero, ovvero 14 chilogrammi, mentre la misura più grande (65 centimetri) richiede 2.500 tappi per un totale di 32 kg di CO2 fissata (i dati sono frutto di una ricerca commissionata al Politecnico di Milano).

E c’è anche il tavolino, a forma di tappo per botte: tutti i pezzi sono prodotti in un laboratorio artigianale di Vicenza, senza l’utilizzo di materiali artificiali, grazie anche al supporto dell’architetto Manuel Cason dello studio Mca & Partners.

Il progetto Greencorks si propone di incentivare uno sviluppo ecosostenibile; il sughero viene raccolto all’interno di contenitori chiamati Save Planet Box, in appositi punti segnalati.

È solo l’ultimo esempio di riciclo creativo. La stessa azienda – nata nel 2004 per dare vita a prodotti alternativi partendo dal sughero come materia prima – ha utilizzato cotone greggio, scaglie di sughero e puri oli essenziali per il mix «Fiori di sughero», un profumatore ecologico per piccoli ambienti. «I granuli profumati di sughero sono la rigenerazione del materiale rimasto dai processi di lavorazione, successivamente macinato e profumato con manualità artigiana – spiega Alessia Zanin, sales manager di Livingcap – i tappi finemente incisi di Fiori di sughero sono invece recuperati dalle aziende produttrici di chiusure per bottiglie e fanno parte di quelli non idonei per l’imbottigliamento».

Borse d’artista a Treviso

Dal profumo all’arte: Amorim Cork Italia, sede a Conegliano (Treviso) dove la filiale italiana del Gruppo Amorim nel 2013 ha soddisfatto da sola il 20% della richiesta nazionale, ha avviato una collaborazione con l’artista trevigiana Debora Basei, alla quale ha fornito la materia prima con cui elaborare le sue creazioni per contribuire così anche in Italia a rafforzare l’impegno dell’azienda per l’arte contemporanea.

La versatilità del sughero ha prodotto delle borse che sono parte integrante di un’opera dalla quale si staccano per essere condivise nella collettività (indossate): «È come indossare un quadro, prendere per mano una scultura, o abitare in un’installazione» spiega l’artista. «Il sughero è un materiale eccezionale, inimitabile – spiega Carlos Santos, amministratore delegato Amorim Cork Italia – un dono della natura che ci consente di ottenere delle performance straordinarie dal punto di vista tecnico e meccanico e che per questo si presta a innumerevoli applicazioni nella bioedilizia, nella meccanica, nell’aeronautica spaziale, senza mai snaturare quella che è la sua vocazione principale: sigillare le bottiglie di vino per conservare alla perfezione le sue caratteristiche organolettiche».

Sughero alla Serpentine Gallery e alla Sagrada Familia

Un materiale con caratteristiche uniche: il sughero Amorim come elemento dell’arte contemporanea è stato utilizzato anche per un’installazione nel 2012 alla Serpentine Gallery di Londra, a cura dell’architetto Herzog & de Meuron e dell’artista Ai Weiwei. E in in sughero, opera d’arte nell’opera d’arte, sono anche i pavimenti della Basilica della Sagrada Familia di Barcellona, progettata da Antonio Gaudì e dichiarata patrimonio dell’Umanità nel 1994.

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