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Gli italiani sprecano meno cibo (grazie alla crisi). Al via il Piano nazionale di prevenzione

Sono un po’ più ottimisti sulla ripresa dell’economia, più sensibili – complice la lunga crisi – al tema dello spreco alimentare, più attenti al recupero del cibo scaduto e a non farsi abbindolare da offerte promozionali che riempiono inutilmente il frigo, tanto che la media di cibo buttato via scenderà quest’anno dai 213 grammi a settimana a famiglia a 198 grammi. Sono i dati 2014 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market ed Swg presentati oggi a Roma in occasione della prima Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, all’interno del Pinpas, il Programma nazionale di prevenzione dello spreco alimentare voluto dal ministero dell’Ambiente e inserito nel Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti.

Spesa più consapevole

L’inedita attenzione al problema del food waste si legge innanzitutto nel dato del 78% degli italiani che lo ritiene un tema prioritario, anche se poi il 76% ammette che ancora oggi le quantità buttate via sono rilevanti (la quota era però dell’86% l’anno scorso); la percentuale di riutilizzo di cibo scaduto ancora buono sale in compenso dal 55 al 63% e oltre la metà del campione (52% contro il 45% del 2013) compra meno cibo che non viene consumato; e scende di un punto la quota (40%) di chi approfitta delle offerte speciali in negozio.

“L’indagine conferma che negli ultimi sei mesi è aumentata la sensibilità degli italiani intorno al tema degli sprechi”, commenta Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market che stamattina a Roma presiede gli Stati generali di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, task force che chiama a raccolta tutti gli attori della filiera agroalimentare italiana e le organizzazioni attive nella lotta al food waste per scrivere le buone pratiche da inserire nel Pinpas. “Se già nel 2013 avevamo rilevato che il 45% degli italiani aveva sensibilmente diminuito lo spreco del cibo acquistato rispetto al 2012, oggi quella percentuale è salita al 52%, sette punti in più che testimoniano una maggiore attenzione nella politica familiare alla spesa alimentare”, aggiunge Segrè. Ricordando che il costo dello spreco domestico si aggirava l’anno scorso in Italia sugli 8,7 miliardi di euro, lo 0,5% del Pil: una cifra vertiginosa, un balzello di 7,06 euro a famiglia ogni settimana.

Al via il piano nazionale anti-spreco

È in questo contesto che nasce la decisione di avviare oggi, per la prima volta nella storia del Paese, la Consulta incaricata di elaborare il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Partendo dal presupposto che in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi (monitoraggi di Last Minute Market), oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione.

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