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Perché Garofalo ha scelto di far entrare (al 52%) gli spagnoli…

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Perché Garofalo ha scelto di far entrare (al 52%) gli spagnoli di Ebro

Dopo mesi di rumor alla fine il Pastificio Lucio Garofalo ha comunicato di aver ceduto la maggioranza agli spagnoli di Ebro Foods. L’azienda di Gragnano  ha siglato un accordo preliminare per l’ingresso nella propria compagine azionaria, con il 52% del capitale sociale, di Ebro Foods, gruppo multinazionale che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti, quotato alla Borsa di Madrid. Garofalo ha precisato che alla finalizzazione dell’accordo, prevista entro la fine del mese di giugno, Ebro Foods entrerà nel capitale sociale del Pastificio Lucio Garofalo con un investimento complessivo pari a circa 62 milioni di euro.

Il colosso spagnolo

Ebro Foods è un gigante da 2 miliardi di fatturato, quasi diviso equamente tra pasta e riso; i debiti sono molto contenuti e lo società cresce attraverso acquisizioni: lo scorso agosto ha rilevato il 25% di Riso Scotti con un opzione per arrivare al 40% mentre in Canada, a novembre, ha rilevato Olivieri Foods, leader nella pasta fresca.
Dal 1997 sotto il controllo della famiglia Menna, Garofalo si è concentrata sul segmento di pasta premium ed è passata da circa 30 milioni di fatturato consolidato nel 2002 a oltre 134 milioni.

Le ragioni dell’ingresso nell’azienda campana

In una nota,  Garofalo spiega che  “riconosce in Ebro Foods un partner industriale, con un solido background, con cui crescere sulla base di una visione comune, che prevede,  tra l’altro, di mantenere salda l’identità dell’azienda e del prodotto, che devono i propri tratti distintivi e differenzianti alla dirigenza, alle maestranze, nonché al sito produttivo”. Lo sviluppo, precisa ancora il gruppo campano in un video, continuerà ad essere guidato dal quartier generale di Gragnano.

“Gli accordi sono  il frutto di trattative complesse e riteniamo che quello concluso sia il migliore per entrambe le parti” ha commentato l’amministratore delegato e proprietario Massimo Menna. L’imprenditore rassicura sull’italianità del marchio e sulla qualità dei prodotti. “Ebro Foods non ha  alcun interesse a modificare le attuali strategie di Garofalo  ma anzi, a rafforzarle. Restano le persone, resta qui la  produzione, non cambia nulla se non le prospettive di crescita. Garofalo resta Garofalo e il processo produttivo, così come il controllo per una qualità senza compromessi, continuerà ad essere gestito come fatto fino ad oggi, dalle stesse persone e con la stessa visione”. Fino ad oggi Menna controllava il 71,3% della società, per il 52% attraverso Semola srl (la stessa quota in via di cessione a Ebro Foods). Se Menna rassicura, Coldiretti alza il tiro sulle multinazionali estere che fanno shopping in Italia: «Con la vendita della pasta Garofalo agli spagnoli supera i 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati agli stranieri dall’inizio della crisi».

La corsa del fatturato

Garofalo nel 2013 ha realizzato un fatturato consolidato di 132,7 milioni (118,7 l’anno prima) con un Mol di 14,7 milioni (8,4) e un utile netto di 5,1 milioni (1,3). Il debito verso le banche ammonta a 70,6 milioni (58 l’anno prima), di cui 50,5 entro il 2015. La liquidità è di 22,2 milioni (di cui 10 da finanziamento agevolato e contributi incassati nel dicembre 2013). La società gragnanese si colloca nella fascia premium del mercato italiano (dove la pressione promozionale è altissima: 60% quella di Garofalo) e ha appena effettuato investimenti per 18 milioni nello stabilimento di proprietà di Gragnano, ha avviato nuove linee produttive per la pasta corta e la “quarta pasta lunga” e ha rilevato terreni adiacenti allo stabilimento per 2,2 milioni. Infine, Garofalo ha acquistato un terreno di 11 ettari a Corato (Bari) per 4,3 milioni. Recentemente l’azienda ha rilevato il brand della pasta Russo di Cicciano per 1,1 milioni. In Italia Garofalo, a marzo 2014, aveva una quota di mercato del 6,5%, contro il 6,1% dell’anno prima.

Innovativi sul web

Molto forte e penetrante la presenza dell’azienda sui new media, con un contatto diretto e molto attivo con i consumatori (il direttore commerciale in queste ore sta rispondendo agli utenti via Facebook) e attività di marketing decisamente innovative (in particolare con l’impegno nel settore cinematografico). Pochi mesi fa, grazie a un accordo con il celebre chef abruzzese Niko Romito, è stato avviato anche Unforketable, un’enciclopedia digitale sulla gastronomia italiana.

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