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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 15:33.

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Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, ribadisce che «Vinitaly 2012 ha rinnovato il format per garantire maggiori opportunità di business e sempre più presenze internazionali, come dimostrano l'apertura ai mercati emergenti e l'attenzione allo sviluppo di nuovi settori. In proposito debutta ViViT – Vigne, Vignaioli, Terroir, la rassegna dedicata ai vini da agricoltura biologica e biodinamica che ha anticipato la decisione Ue di riconoscere le etichette bio dalla prossima vendemmia».
A Vinitaly tornano poi le degustazioni, con Taste Italy che si arricchisce della collaborazione di Doctor Wine, alias Daniele Cernilli, senza dimenticare Tasting Ex…Press e Trendy oggi, Big domani. Il Gambero Rosso presenta i 375 vini premiati con i Tre Bicchieri, mentre a Civiltà del Bere il compito di guidare la degustazione "Di padre in figlio: il passaggio generazionale nelle grandi famiglie del vino". La Valpolicella è poi protagonista della retrospettiva "Trent'anni di Amarone d'Arte" e "Le grandi biografie del vino" di Ais Bibenda si concentrano sulle cantine Gaja, Florio, Tenuta dell'Ornellaia e Frescobaldi.

Ogni rosa però ha le sue spine e anche il vino non riesce a esprimere a pieno il suo potenziale di sviluppo a causa del credit crunch. Le aziende agricole, secondo i dati elaborati da Fedagri Confcooperative su rilevazioni della Banca d'Italia, sostengono nel breve periodo quasi il doppio del costo del denaro, a parità di importi e durata di prestiti richiesti.
«Nel mondo del vino – osserva Maurizio Gardini presidente di Fedagri-Confcooperative e di Conserve Italia – il problema del circolante è esasperato da un ciclo lungo che varia da 15 mesi a 3,5 anni. E poi il vino sconta tempi di pagamento lunghissimi, fino ai 365 giorni della ristorazione».

«Le disponibilità di risorse finanziarie sono calmierate – interviene Ettore Nicoletto ad di Santa Margherita – e vedo tante piccole e medie imprese con buoni progetti che però non riescono ad accedere al credito. Il mio gruppo, la Zignago Holding, non ha problemi perchè è grande e con una governance chiara. Questo ci ha permesso d'investire 51 milioni negli ultimi sei anni, più sei stanziati per il 2012». Di questi temi si parlerà domani nel corso della tavola rotonda promossa da Fedagri-Confcooperative dal titolo "Diamo credito al vino italiano" nell'ambito di Vinitaly. Tornando ai dati di Fedagri Confcooperative, rispetto ai circa 76 miliardi di finanziamenti bancari in essere nell'agroalimentare allo scorso settembre si registravano sofferenze per 6 miliardi; due anni prima le sofferenze si attestavano intorno ai 3,6 miliardi. C'è stato quindi un balzo del 70%. «La situazione – aggiunge Gardini – è lievemente migliorata negli ultimi mesi grazie a finanziamenti a breve, non rinnovabili, ma per quelli oltre i tre anni scatta il contagocce. Oggi si pagano 600-650 basic point più l'euribor e le spese: alla fine il tasso medio è l'8%. Un livello insostenibile».

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