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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 07:00.

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Terre estreme a sudovest del proprio continente nazionale, Calabria e Algarve, le più meridionali, sono entrambe lambite da mari che hanno rappresentato, in tempi e modi diversi, fonte di lavoro e di commerci, di sogni e di avventura, di conquista e di speranza. Due regioni simili, per molti aspetti, profondamente diverse per altri.

Il nostro viaggio nelle condizioni economiche e sociali delle due aree parte dalle loro dimensioni relative, in termini geografici ed economici: il territorio rappresenta circa il 5% di quello nazionale in entrambi i casi ed è meno densamente popolato in Calabria, dove risiede il 3,3% degli italiani, contro il 4,1% dei portoghesi in Algarve.
Il reddito pro capite appare analogo, 16.500 euro in Calabria contro i 16.800 dell'Algarve, ma a parità di potere d'acquisto sale a 19.900 euro nella regione portoghese, dove i consumatori sono nettamente più avvantaggiati dal più modesto livello medio generale dei prezzi, mentre scende a 15.800 in Calabria.

La quota di prodotto lordo sul totale nazionale in Algarve raggiunge il 4,3%, superando di poco quella della popolazione, mentre il contributo della Calabria alla produzione italiana è solo del 2,2 per cento. I due sistemi regionali presentano a prima vista forti analogie: l'agricoltura offre in entrambi i casi il 4% del valore aggiunto regionale, mentre l'industria manifatturiera, in prevalenza alimentare, ha un peso del 5,2% in Calabria contro il minuscolo 2,7% dell'Algarve, dove le costruzioni sfiorano il 10%, contro il 7,2% della Calabria. Tuttavia è nell'articolazione dei servizi che le differenze si fanno più marcate e spiegano, in parte, il divario di produttività e la differente dinamica nelle due regioni: i servizi privati al dettaglio sfiorano il 36% nella regione portoghese, mentre raggiungono a stento il 19% in Calabria, dove il peso della pubblica amministrazione supera invece il 30% del prodotto regionale, contro il 18,4% dell'Algarve.

Le variabili occupazionali segnalano analogie nella modesta partecipazione femminile e nella disoccupazione di lungo periodo, ma il dato eclatante riguarda la condizione dei giovani fra i 15 e i 34 anni, disoccupati per il 39% in Calabria a fronte del più modesto 28,8% portoghese; completati gli studi, i giovani attivi fra i 24 e i 35 anni in Calabria sono solo il 54%, a fronte di un tasso di attività portoghese del 90 per cento. Inutile sottolineare come questo dato evidenzi la scarsa capacità di assorbimento di nuova manodopera nel Mezzogiorno, mentre altrove l'occupazione di nuove leve è, allo stesso tempo, garanzia di dinamicità, di produttività e di benessere del sistema. Secondo le più recenti statistiche Eurostat, del 16 marzo scorso, la quota di persone che non hanno mai fatto uso di un computer in Calabria è del 47%, mentre in Algarve è del 32 per cento. Un dato inatteso, visto che in Calabria circa un terzo del prodotto della pubblica amministrazione proviene dal comparto dell'istruzione (8,8 su 30,2%): c'è da augurarsi che la formazione di capitale umano retrostante le cifre possa rappresentare presto un importante asset per lo sviluppo economico e sociale della regione. Le statistiche europee sul turismo, aggiornate al 2010, segnalano una maggiore capacità ricettiva in Calabria: 2.597 esercizi alberghieri ed extralberghieri, contro i soli 438 dell'estremo Portogallo, con oltre 195mila posti letto (127mila in Algarve); tuttavia gli arrivi turistici nazionali e stranieri in Calabria sono stati solo un milione e 435mila, contro i quasi tre milioni (2 milioni 842mila) dell'Algarve, con otto milioni e 147mila presenze, a fronte degli oltre 15 milioni di presenze sulle sponde dell'Atlantico; l'indice di intensità turistica è dunque di 4.055 presenze per abitante in Calabria e di 34.701 in Algarve, una differenza schiacciante. Le "bandiere blu" dell'Ue, conferite a spiagge e porti turistici in linea con gli standard ambientali e di servizio richiesti, in Calabria sono 5; in Algarve, con uno sviluppo costiero almeno quattro volte inferiore, sono 78. L'Algarve sembra insomma riprodurre, su scala ridotta, la struttura dell'economia calabrese; vocazione naturale e storica rendono le due regioni molto simili nel potenziale di sviluppo e nella qualità della vita. Tuttavia, nel caso calabrese tale potenziale rimane ancora ampiamente da esplorare.

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