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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2012 alle ore 07:01.

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Il futuro è dell'efficienza, la fonte di energia più abbondante e a buon mercato che abbiamo. Una fonte che si ripaga da sola, attraverso i risparmi in bolletta. E potrebbe avere un peso determinante nella lotta ai cambiamenti climatici: del 71% da qui al 2020, se sfruttata a fondo, in base allo scenario delineato dall'International Energy Agency (contro il 18% delle fonti rinnovabili). Bisogna solo essere capaci di attingere a questo vasto bacino.

Al Centre for interactive research on sustainability (Cirs) di Vancouver si studia come fare. Illuminazione, ventilazione, acqua, sistemi energetici, edilizia sostenibile, smart city, analisi strategica. Il 40% delle emissioni mondiali proviene dagli edifici, da qui la focalizzazione sull'efficienza nell'architettura e nell'edilizia. L'University of British Columbia è considerata da sempre un baluardo della sostenibilità e dell'ambientalismo. Nel Cirs ha concentrato molte delle sue specificità, rappresentate da una cinquantina di scienziati, con i migliori strumenti di ricerca su tutti i fronti dell'efficienza energetica, dall'architettura all'elettronica avanzata.

E li ha collocati in un edificio di 5mila metri quadri da 37 milioni di dollari, considerato la nuova frontiera del costruire sostenibile in Nord America, inaugurato quattro mesi fa. La nuova sede del Cirs ha dimostrato durante il primo inverno tutte le sue eccellenze: con un bilancio positivo sia nell'elettricità che nel calore, tratti dal sole e dalla terra, è stata in grado di coprire i propri consumi interni e anche di cedere energia agli edifici limitrofi, ha azzerato il proprio fabbisogno di acqua sfruttando e trattando l'acqua piovana, anche per irrigare una vasta parete verde che la scherma sul lato Sud. Sulla punta estrema della baia di Vancouver, il Cirs rappresenta l'avamposto dell'innovazione in una metropoli di due milioni di abitanti fra le più sostenibili d'America.

Non lontano da lì, a Portland in Oregon, un altro centro di ricerca, stavolta privato, l'International Living Future Institute, rappresenta un esempio di eccellenza per l'efficienza energetica e l'abitare sostenibile. Creato da Jason McLennan, fondatore del Cascadia Green Building Council e pioniere della certificazione Leed, ormai diventata un must per qualsiasi edificio sostenibile in tutto il mondo, l'istituto ha lanciato da poco il Living Building Standard, la massima certificazione esistente in materia di sostenibilità dell'abitare.

Più a Sud e sull'altra costa si lavora per affinare le tecniche di efficienza e sostenibilità. A Palo Alto, all'università di Stanford, il Precourt energy efficiency center è considerato il punto d'incontro privilegiato fra Silicon Valley e il clean-tech, con sei diversi indirizzi: edifici, trasporti, sistemi, modelli energetici e politica energetica. Sull'altra costa, a Cambridge, il Mit mette l'efficienza e le fonti rinnovabili al centro del suo Mit Energy Initiative, il potente conglomerato che raccoglie tutte le forze del Massachusetts Institute of Technology in materia energetica. A latere, nei pressi del campus, è nato anche il Fraunhofer Center for Sustainable Energy Systems, una joint venture fra il Mit e il tedesco Fraunhofer, specificamente dedicata all'efficienza.

Sul fronte europeo, in prima linea c'è il Bits to Energy Lab di Zurigo, che combina l'informatica con le scienze del comportamento per stimolare la conservazione energetica, l'efficienza e la sostenibilità. La focalizzazione sull'analisi dei dati e la risposta dei consumatori ne fa un punto d'incontro fra il tema dello sfruttamento delle risorse e i social network, una relazione che sta diventando cruciale nella moderna gestione dell'energia.

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