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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 07:00.

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«Fermarsi con le acquisizioni? Direi di no, ne facciamo un paio all'anno e andremo avanti così». Stefano Buono, presidente di AAA, non vuole dormire sugli allori, anche se ha appena accelerato sulla via della crescita internazionale del gruppo biotech che ha fondato. La società, con sede operativa a Colleretto Giacosa, vicino a Ivrea, ha avviato il piano strategico di espansione europea del suo network produttivo in Germania, Portogallo e Spagna.

In Germania, il gruppo rileva la maggioranza di Umbra Medical. In Portogallo c'è invece lo shopping di un laboratorio già operativo a Porto, mentre in Spagna lo scorso febbraio AAA ha vinto un bando pubblico per realizzare un nuovo laboratorio di radio-farmacia.

«I farmaci di tipo nucleare ‐ spiega Buono ‐ hanno un ciclo di vita di poche ore, ecco perché nella loro produzione è fondamentale disporre di un network europeo con al massimo una distanza di 350 km da un laboratorio all'altro. In questo business di nicchia noi siamo uno dei due network esistenti e vogliamo continuare a crescere». AAA, gruppo biotech fondato nel 2002 per lo sviluppo di prodotti diagnostici e terapeutici innovativi, conta ora su 12 centri di produzione e ricerca e sviluppo di prodotti diagnostici e di terapia per la Medicina Nucleare Molecolare, con uno staff complessivo di oltre 190 persone in nove Paesi (Italia, Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Israele, Stati Uniti e Canada). Nel 2011, ha registrato ricavi per 36,4 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2010 e con un Ebitda superiore ai 6 milioni.

Stefano Buono, torinese, ex ricercatore del Cern di Ginevra, ha deciso di trasformarsi in imprenditore per sviluppare i propri progetti. «Per restare competitivi ‐ spiega ‐ investiamo in ricerca almeno il 20% dei ricavi, con 40 persone dedicate». Le speranze maggiori di sviluppo per la società risiedono nel farmaco Lutathera, già nella fase tre di sperimentazione negli Usa, prodotto a Colleretto Giacosa, primo sito al mondo autorizzato. «Combatte il cancro neuro-endocrino ‐ spiega Buono ‐ e potrebbe arrivare sul mercato nel 2016. Tuttavia, i primi risultati ottenuti sono estremamente positivi e garantiscono in media 30 mesi in più di speranza di vita. Sulla base di questi dati non è escluso che gli Usa accelerino l'iter, mentre in altri paesi come Grecia e Austria il prodotto è già disponibile». Sugli sviluppi futuri Buono non pone limiti, nella terapia nucleare «si possono sviluppare mercati di centinaia di milioni». Ma le banche vi supportano nella crescita? «Finora sì. Abbiamo un buon rating, siamo tripla A...».
(L. Or.)

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