Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2012 alle ore 07:00.

My24
Giovanni De Ponti (Imagoeconomica)Giovanni De Ponti (Imagoeconomica)

«In una fase fortemente recessiva come l'attuale è fondamentale che il sistema bancario mantenga aperti ed efficienti i canali del credito al circolante». Giovanni De Ponti, direttore generale FederlegnoArredo e amministratore delegato di Federlegno Arredo srl, non ha dubbi: il fronte dei prestiti ordinari è fra quelli più caldi e problematici sui quali le imprese del settore stanno misurando la loro capacità di resistenza e la ricerca di nuova competitività.

«Nell'intera filiera - ricorda De Ponti - il ciclo negativo ha già portato via quasi 8mila posti di lavoro, mentre 1.500 aziende hanno dovuto chiudere i battenti, soprattutto nell'arredo. Ma i riflessi occupazionali sarebbero stati più gravi se molti titolari d'azienda non si fossero impegnati a gestire ogni margine per conservare al massimo il capitale umano».

Il settore, anche in un periodo critico, non cessa di investire sul valore-lavoro. Caso esemplare quello della Brianza, dove è in fase di lancio una scuola di formazione professionale specifica per il settore: «La formazione è fondamentale per il comparto, e in questa direzione vogliamo costruire il futuro delle nostre imprese», chiarisce De Ponti. Come FederlegnoArredo auspica, l'approdo della riforma del mercato del lavoro sarà positivo anche nella direzione dell'incentivazione e della regolamentazione dell'apprendistato: e così diventerebbe più semplice il collegamento fra il mondo scolastico-educativo e quello dell'impresa.

Non sempre, comunque, le banche sono davvero al fianco del settore in trincea: soprattutto quando anche la filiera del legno-arredo si ritrova colpita, a catena, dai ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione, ufficialmente 75 miliardi. Ma il razionamento del credito non è solo legato a filo doppio a una congiuntura difficilissima, che preme sul sistema bancario soprattutto in termini di controllo della liquidità. C'è - sempre di più - anche lo sviluppo progressivo delle regole di Basilea 2 e 3, cioè della vigilanza sui rischi creditizi fondata sui rating. I regulator internazionali hanno fatto dei nuovi accordi di Basilea i pilastri della ricostruzione del sistema finanziario, ma l'effetto - in un tessuto manifatturiero come quello italiano - è il credito più difficile alle imprese minori. «Non è possibile - ribadisce il direttore generale FederlegnoArredo - che un sistema-Paese in cui un settore come il nostro recupera nell'export ciò che vede contrarsi sul mercato interno, penalizzi poi questa comunità d'imprese attraverso una regulation orientata alla finanza globale».

Resta l'ancora dell'export, appunto: ma i servizi finanziari possono aiutare le imprese che si proiettano sui mercati globali? L'accordo tra FederlegnoArredo e UniCredit per sostenere la partecipazione delle aziende associate a grandi manifestazioni fieristiche è una realizzazione importante. Ma si può fare di più sul versante dell'assicurazione dei crediti all'esportazione: «La Sace può fare di più per garantire uno spettro più ampio di rischi commerciali sui circuiti finanziari globali», dice De Ponti.

È uno dei capitoli, questo, di un'agenda che prevede una più incisiva partnership fra imprese e agenzie pubbliche. «Con il ministero degli Affari esteri non abbiamo mai cessato di cercare cooperazioni effettive: nella rete delle rappresentanze diplomatiche sono dislocate risorse professioniali di alto livello in quella che noi chiamiamo "intelligence commerciale". L'abbiamo sperimentato, tra l'altro, all'ambasciata di Washington, quando era retta dall'attuale ministro Giulio Terzi». Una strada, questa, da continuare a seguire.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.