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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2012 alle ore 07:04.

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Oltre 380mila addetti occupati nel 2011 nel settore legno e arredo,con un decremento del 2 per cento rispetto all'anno precedente. Sono soprattutto le piccole realtà ad accusare, più delle altre, gli effetti della crisi. Secondo l'ultimo Osservatorio nazionale dei distretti italiani, «l'occupazione resta l'aspetto più problematico e preoccupante».

In base ai dati Unioncamere il quadro di chiusura del 2011 risulta grave ma con segnali positivi rispetto al 2010: le aziende che dichiarano di aver ridotto l'organico sono pari al 25,6% (era il 28% nel 2010) contro il 19% che rileva un aumento dell'occupazione (12% nel 2010). Ciò che preoccupa sono le previsioni per il 2012: le imprese che prevedono un calo dell'occupazione sono pari al 25% contro soltanto il 6% che ne prevede un aumento.

Questi dati risultano ancora più allarmanti nell'indagine Censis dove il 43% degli intervistati prevede una diminuzione degli addetti e soltanto il 2,5% un aumento. Nelle aree distrettuali la situazione appare lievemente peggiore rispetto alle aziende localizzate fuori distretto, dove "soltanto" il 14,3% prevede una riduzione degli addetti. Dai dati emerge una gelata sulle aspettattive delle imprese del legno-arredo. «Si tratta di un settore molto variegato, a livello territoriale e produttivo – commenta il segretario generale della Fillea Cgil, Walter Schiavella –.

Sebbene nell'intera filiera dell'edilizia sia il comparto più reattivo, servirebbero delle politiche adeguate di strutturazione delle imprese. La dispersione attuale non è un fattore competitivo. La disoccupazione sta colpendo anche i distretti e re-integrare i lavoratori non è poi così facile». Gli unici segnali positivi arrivano dagli accordi di filiera e dagli investimenti in innovazione per un "mobile sostenibile". Nel frattempo le cronache parlano chiaro: ricorsi alla cassa integrazione, patti sindacali, esuberi, ammortizzatori sociali, liquidazioni e contratti di solidarietà (vedi schede a destra). L'ultimo «Monitor dei distretti» di Intesa SanPaolo, pubblicato a dicembre 2011 (con dati riferiti però fino al mese di novembre), nel distretto del mobile imbottito della Murgia registra ad esempio 4,7 milioni di ore autorizzate.

Di rilievo il peso delle ore autorizzate di cassa straordinaria (il 70% circa), sebbene in discesa rispetto al corrispondente periodo 2010. Segue con 4,3 milioni di ore autorizzate il mobile del Livenza e Quartiere del Piave, con una Cigs ancora in crescita del 141,6% sul 2010 (per un peso del 52% sul cumulato Cig 2011). Più distante il monte ore Cig del legno-arredo della Brianza che complessivamente assorbe il 26,8 per cento degli addetti del settore (3,4 milioni di ore autorizzate) e del mobile d'arte del bassanese (2,1 milioni di ore autorizzate) che viene monitorato congiuntamente all'oreficeria di Arezzo per via della stessa classificazione merceologica Istat.

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